Donne d’impresa, Linda Gilli racconta come il covid è stato occasione di crescita e avverte: non basta

Donne d’impresa: Linda Gilli. Riservata, “milanese doc”, attenta alle tradizioni, ma con occhi aperti e lungimiranti verso il futuro. Nominata Cavaliere del Lavoro e anche vincitrice del Premio Imprenditore dell’anno del Comune di Milano, già nel 2007, Linda Gilli è  A.D. e Presidente di Inaz srl.

Le chiediamo: come ha affrontato questa infinita pandemia?

Ci risponde decisa che la pandemia ha stravolto la vita quotidiana di ognuno di noi, anche nelle piccole cose. Portandoci a riflettere su abitudini che davamo per scontate. E a dare il giusto valore a quanto ci accade.

“I  periodi di isolamento e di distanza  – afferma – mi hanno portata a riflettere sull’importanza delle relazioni e della comunicazione fra le persone in azienda. È stato questo un aspetto che ho cercato di curare molto mentre mi trovavo a non poter essere presente in Inaz come ero abituata a fare.

“Ho cercato di essere vicina alle persone attraverso una serie di comunicazioni che andavano oltre l’aspetto meramente lavorativo. Per incentrarsi sulla cura e sull’attenzione al benessere di ognuno. Inteso sia come salute, sia in modo più ampio come “star bene” a casa e al lavoro.

“Pur nel contesto di emergenza in cui ci si trovava. Come imprenditrice è doverosa una riflessione sui mutamenti del contesto socioeconomico. Mi sono chiesta se ci saranno davvero dei cambiamenti sistemici e strutturali. Non possiamo valutare se la nostra società uscirà da questa crisi trasformata in modo permanente. E se queste trasformazioni andranno nel senso di una maggiore giustizia sociale e di un modo più equo di distribuire la ricchezza.

“La crisi portata dalla pandemia ha evidenziato che solo quelle realtà che si sono date una struttura aperta al cambiamento riescono a superare i momenti difficili. Inaz è riuscita a fare proprio questo: il nostro essere un’azienda digitale ci ha permesso di affrontare le nuove sfide. In alcuni casi cogliendovi addirittura delle nuove opportunità, dimostrandosi un esempio di antifragilità. Il fatto di avere una mentalità flessibile, sempre orientata all’innovazione. E quello di non esserci focalizzati nel tempo solo sul profitto immediato. Ma sugli investimenti a lungo termine. Ha consentito a Inaz e ai suoi dipendenti di rispondere in modo positivo alle sollecitazioni esterne.

Ci tengo molto a sottolineare che tutte le persone di Inaz hanno dato prova a loro volta di una grandissima antifragilità. Si sono impegnate non semplicemente lavorando da remoto. Ma facendo un passo in più, cioè imparando cose nuove. È grazie a tutto questo che Inaz nel 2020 è cresciuta. Sia nei risultati, sia dando il benvenuto a persone nuove in azienda.

Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro e la gestione del personale, occorre dire che nel 2020 si sono messi in moto e così velocemente processi che altrimenti avrebbero richiesto anni. Il più evidente è legato allo smartworking. In poco tempo gli italiani che lavoravano a distanza sono passati da 500mila a 8 milioni. Questo da un lato ha portato a una spinta positiva verso l’innovazione, dall’altro si sono prodotti alcuni fenomeni negativi. Per esempio, le persone non erano preparate a gestire l’isolamento e la mancanza di confronto diretto con responsabili e colleghi. E in molte famiglie con figli è stato difficile trovare una appropriata work-life balance.

Nella “nuova normalità” sarà quindi fondamentale costruire nuovi equilibri. Poi occorrerà lavorare su un tema che mi sta molto a cuore, quello dell’equilibrio tra maschile e femminile, le donne. Tra le storture che si sono prodotte quando le persone sono state costrette improvvisamente a lavorare a distanza, c’è il fatto che le donne hanno dovuto sopportare il peso maggiore delle difficoltà organizzative. Trovandosi senza supporto nel gestire la famiglia.

Non può esserci vero smart-working se non si persegue una vera armonia, un vero equilibrio su questo terreno. L’equilibrio tra dimensione familiare e lavorativa è un punto fondamentale. Inaz infatti è un’impresa familiare. Fu fondata da mio padre, che l’ha guidata per decenni assieme a mia madre. Io l’ho vissuta fin da piccola e vi ho trascorso tutta la mia carriera. Fino a prenderne le redini.

E ora i miei tre figli ne fanno parte, con vari gradi di coinvolgimento. In Inaz le esperienze vissute nel 2020 hanno aperto a una riflessione. Che si è concretizzata con la preparazione al passaggio di consegne alla terza generazione. Quella rappresentata dai miei figli Ludovica, Valerio e Giovanni. Intendiamo sempre guardare al futuro – afferma con orgoglio – con la stessa volontà di sempre per costruire qualcosa che duri a lungo”.

Linda Gilli è stata presidente di AIDDA (donne imprenditrici e dirigenti) Lombardia dal 2005 al 2008. Il suo percorso in AIDDA era  iniziato già dal 1998, anno che coincideva  con il 50esimo anniversario di Inaz e il 35esimo di AIDDA LOMBARDIA.

Durante la sua presidenza le donne socie avevano raggiunto un numero davvero significativo: 220. Tutte noi la ricordiamo anche per avere istituito e organizzato, nella sua regione, i famosi “lunedì culturali d’impresa”. Cioè incontri durante i quali non solo imprenditori ed economisti, ma anche tanti esperti e professionisti provenienti da ambiti diversi, si confrontavano sui temi della cultura e dell’umanesimo d’impresa.

É stata lei a far nascere anche la collana editoriale “Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz” curata da Letizia Olivari. Linda Gilli si è dimostrata fin d’allora una vera esperta di comunicazione e gestione d’impresa. I suoi volumetti della “Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz” nascevano allora e ancora oggi vengono pubblicati ogni anno come testimonianza di incontri. A contatto con il mondo dell’economia aziendale, quello della filosofia, della cultura, dell’arte e dell’impegno sociale.

 

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