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Donne d’impresa: Lucrezia Corsini, una principessa che fa scuola in fattoria

Donne d’impresa: Lucrezia Corsini, una principessa che fa scuola in fattoria.

Nella sua famiglia si ricordano anche Sant’Andrea Corsini, (1302 a Firenze) e Papa Clemente XII (1740 a Roma). Tra le curiosità del suo casato – qui si tratta dei Principi Corsini –  quella relativa al loro stemma che sovrasta la  Fontana di Trevi a Roma.

Eppure lei – semplicemente Rezia per gli amici  – è persona così semplice e riservata, anche se in Toscana continuano rispettosamente a chiamarla “Donna Rezia”.

Ha avuto 4 figli dal Conte Giacomo Miari Fulcis, una delle più antiche famiglie venete, che è stato anche un grande innovatore nel campo agricolo.

A Firenze, dove Rezia vive da anni, la sua attività insieme ai figli è tutta dedicata al miglioramento e all’innovazione della fattoria di Maiano con il borgo, il parco e l’antica villa. Ha contribuito anche lei a specializzare l’azienda nell’olivicoltura di altissima qualità e fin dal 1991 le loro coltivazioni sono sempre state con metodo biologico.

Antesignana anche nella suini-cultura allo stato brado, è grande esperta di attività turistica con ospitalità, ristorazione, visite guidate. Sempre all’avanguardia, innovativa e attenta, oggi in azienda lavorano con lei anche i figli e i nipoti: tre generazioni dove tradizione e innovazione vanno sempre elegantemente di pari passo.

L’altro capitolo  della  vita di donna Rezia, sorella del Principe Filippo, è lo storico Palazzo Corsini sul Lungarno: insieme ad una delle sue nipoti, Rezia, è impegnata infatti nella gestione del prestigiosissimo immobile, dove viene organizzata anche la famosa “Biennale dell’Antiquariato”.

In realtà, il meraviglioso palazzo non è mai stato “abitabile” perché è composto da enormi saloni che si susseguono al piano terra, con decorazioni e affreschi di raro valore e storia, oltre alla bella sala decorata a “grottesche”. Il maestoso Salone del Trono, al piano nobile, misura  ben 320 metri ed  è perfettamente conservato e  ricco di affreschi e stucchi.

Le  abbiamo chiesto. 

La Toscana è un’eccellenza di territorio e le sue aziende agricole si distinguono nel mondo per merito della storia e della passione di tante famiglie. Per lei, dedicarsi alle aziende agricole è stata una scelta del cuore o più semplicemente solo un affare di famiglia?  

Occuparmi di agricoltura è stato un dovere, mio marito grande agricoltore veneto, mio padre e stato presidente dei tabacchicoltori, AIA Italiana allevatori, etc. etc. E quindi, occuparmi di aziende venete e toscane è stato un gran lavoro anche per me. I tempi cambiano veloci e la campagna va più a rilento, quindi bisogna oramai fare tutto e di più per supportarla.  

A proposito dell’educazione dei bambini, è famosa a Firenze la sua fattoria didattica di Maiano, con attività dedicate alle famiglie e alle scuole. Per esempio il “tour dell’olio” per scoprire i sui segreti e le proprietà, e le famose “Labsitters”, madrelingua inglesi che accolgono in fattoria con attività didattiche e giochi  i bimbi dai 3 ai 13 anni. Cosa ci può dire di quest’ultima esperienza con i bambini anche nel periodo estivo? 

Già prima di tutte queste cose, per anni tutti i giovedì portavo i bambini delle scuole. Era faticoso ma sono fantastici i bambini che capivano e apprezzavano tanto il bosco, le api, il frantoio e i trattori. Poi andando avanti, e aiutata dai mei figli, abbiamo fatto di più ed è nata una vera e propria attività didattica in fattoria.

4 figli e tanti interessi. Come ha potuto tenere insieme la famiglia, gli affari e qual è la sua strategia del futuro per le vostre aziende? 

Il futuro? C’è chi dice che bisogna piantare solo alberi! Con passione, con dei figli normali e facendomi tanti, tanti chilometri tra Belluno e Firenze. 

Ci risulta che di questi tempi più che all’arte e alla cultura ci sia anche un sano ritorno alla terra. Secondo lei perché  è rinato questo interesse delle nuove generazioni per un lavoro che comunque è così duro e faticoso? 

Il ritorno alla terra c’è. Perché per i giovani, è segno di libertà, di vivere meglio all’aria aperta e non soffocati dal traffico. È  voler tornare contadini com’era il nonno. L’arte e la cultura sono un’altra cosa, dipendono dalle persone e dai loro interessi. Io ho conosciuto dei pastori che sapevano a memoria tutta la Gerusalemme Liberata, così come anche dei contadini coltissimi. 

La sua è sempre stata notoriamente una posizione “di privilegio”. Nata nobile, sposata con un nobile… Si diceva che “i nobili non lavorano”. Invece lei lavora da sempre e moltissimo e forse le piace pure. Cosa può dirci a riguardo? 

Riconosco il privilegio, dato  da una buona famiglia e da una buona educazione in tutti sensi. Ho visto i miei genitori lavorare tanto, con grande responsabilità anche per le grandi Istituzioni. Attraverso un periodo storico molto difficile, sono stati un grande esempio. Il fatto di essere nobili è  solo una circostanza storica: anche oggi, se ci pensiamo   vengono ancora nominati “i Cavalieri di Lavoro e gli Alfieri. Nei  tempi passati si valorizzavano le persone con questi   titoli. Il lavoro c’è sempre stato,  in Toscana, soprattutto grandi mercanti. Basta guardarsi intorno, per scoprire che “campiamo” ancora su quello che ci è stato lasciato. Infatti, tutto questo  è stato  possibile grande al grande lavoro dei nostri “vecchi”. 

Le donne e la “parità di genere”: con una donna al governo si è aperta una speranza in Italia, ma in altri Paesi, è ancora notoriamente un pesante velo a coprire tante vite di donne ed il loro futuro. Lei cosa ne pensa? 

Le donne vanno benissimo, l’abbiamo avute in Inghilterra, in India, in Israele, si vede che sono brave. I dittatori, sono sempre e solo uomini. Noi abbiamo degli esempi  straordinari, parliamone e portiamole sempre ad esempio. Matilde di Canossa, la Trivulzeo, Lucrezia Cornaro (prima donna laureata al mondo), Madame Curie, Annamaria dei Medici. Le famose pittrici Gentileschi, Rosalba Correra etc. etc., Vittoria Colonna. Premi Nobel nella scienza e nella cultura. Le prime donne in Croce Rossa: l’allieva Florence Nightingale famosissima e Margerita Kaiser Orlando che morì di “spagnola” al fronte (1915-18) sepolta a Re di Puglia, unica donna in mezzo di duemila soldati. Poi ci sono tante importanti figure femminili, più o meno contemporanee: Bellisario, Brionvega, Spagnoli, Wanda Ferragamo. Che c’è da dire sulle donne? Seguitele. 

 

 

Orietta Malvisi Moretti

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