Donne d’Impresa, Maria Isabella Bueno: “L’Intelligenza artificiale non può sostituire la sensibilità umana”.
Figlia di uno spagnolo cosmopolita con cittadinanza italiana solo dal 1970, Maria Isabella Bueno, nata a Firenze, è la secondogenita dell’artista Antonio Bueno. Dopo aver conseguito la laurea di Restauratrice di Dipinti, presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Maria Isabella Bueno ha insegnato già nei primi anni ’80 Tecnica del Restauro all’Università Internazionale dell’Arte, (UIA) di Firenze.
Poi si è dedicata all’arredamento di interni e alla gestione di un suo negozio di arredamento, dal 1990 al 2000. Dal padre, Antonio Bueno, Isabella ha sicuramente ereditato quella vena artistica e culturale che contraddistingue tutta la famiglia Bueno. È sposata e separata, con due figli.
Dal padre – ci racconta con orgoglio Isabella Bueno – ha ereditato, però, anche “la fissa” di ristrutturare le case, oltre a quella dell’arredamento degli interni. Attualmente Isabella Bueno, che dal 2010 si è concentrata nell’attività di organizzazione e promozione delle opere del padre, ha dato vita all’Associazione Culturale Bueno.
È stata sua l’idea di fondare questa Associazione, dopo averlo proposto ai cugini e ai fratelli, per coinvolgere nella sua impresa anche tutta la famiglia. Oggi – dice Isabella Bueno– tutte le Case d’Aste fanno riferimento solo alla nostra Associazione, ed è lei che si occupa della certificazione e archiviazione delle opere del padre.
Scopo dell’Associazione Bueno, infatti, è quello di conservare, tutelare e valorizzare tutto il materiale artistico, scientifico e culturale che fa parte della vita e le opere dei tre grandi artisti: Antonio Bueno, suo fratello Xavier e Caterina Bueno, ricercatrice etnomusicologa e cantante, primogenita di Xavier.
Moltissime le importanti mostre organizzate negli anni, con storici e critici d’arte che vedono sempre coinvolti anche i più importanti musei italiani. Un’altra sua passione ed occupazione è il restauro dei dipinti.
Per conoscere meglio Isabella le abbiamo chiesto:
Ereditare un patrimonio artistico di famiglia, così importante e farlo vivere nel tempo prevede un’innegabile passione al punto che è diventato una vera “impresa di famiglia”. Come e perché le è venuta quest’idea?
Negli ultimi anni della sua vita ho sempre aiutato mio padre nella organizzazione delle mostre e anche nei piccoli lavoretti da fare nel suo studio, ero diventata un po’ il suo ‘ragazzo di bottega’. Mi è venuto spontaneo quindi da adulta occuparmi della sua opera e oltre ad essere per me un piacere infinito e un motivo di orgoglio, penso che per un figlio sia anche doveroso proteggere e diffondere il lavoro del padre, una carriera che con tanti sforzi e sacrifici aveva ottenuto un riconoscimento e un successo internazionali.
Cosa pensa dell’Intelligenza Artificiale che potrebbe snellire i tempi di molte pratiche e anche alcuni servizi offerti dalla vostra Associazione?
Penso che l’Intelligenza Artificiale sia uno strumento molto utile in vari campi, ma sinceramente nel mio settore non penso che mi servirebbe. Infatti per accertare se un dipinto di mio padre sia autentico oppure falso, niente può sostituire la sensibilità umana; sono dettagli che solamente l’occhio esperto di una persona come me – che è nata e cresciuta fra le sue opere, con la fortuna di poter vedere come venivano create – può rendersi conto veramente.
I suoi figli almeno apparentemente avrebbero imboccati due percorsi di vita diversi dalle sue scelte: Bianca Evelina, medico e Lorenzo esperto di Economia. Quale il futuro dell’Associazione Culturale Bueno? Non ci sarà quindi un ricambio generazionale?
Effettivamente sto pensando a questo aspetto. Dalla parte dei miei cugini – i quattro figli di Xavier – ci sono degli eredi che sono anch’essi degli artisti, quindi dotati di una sensibilità che li rende adatti a portare avanti il lavoro di autentiche e archiviazioni delle opere di Xavier.
Dalla parte di Antonio siamo tre figli e cinque nipoti ed io sto cercando di insegnare ai miei due figli come si esamina un dipinto del nonno; devo dire che nonostante i loro interessi lavorativi siano diversi, dimostrano già una spiccata sensibilità in questo ambito, forse perché comunque anche loro sono nati circondati dalle opere di Antonio e questa percezione è come un dono innato.
Lei dice di non avere hobby, di essere pigra e allergica agli sport. Le piace però molto leggere e mi ha parlato di un libro che ha pubblicato a proposito delle memorie di suo padre. Ma se non fosse stata la figlia di Bueno, chi e come sarebbe stata Isabella?
Sarei stata sicuramente una restauratrice di dipinti, un lavoro bellissimo che ho fatto per qualche anno e che adesso svolgo solo saltuariamente ed esclusivamente su opere di mio padre o di mio zio; lavori non troppo impegnativi che posso svolgere a casa, non avendo più uno studio di restauro attrezzato. In alternativa mi sarebbe piaciuto essere architetto oppure arredatrice, ma in fin dei conti sono tutte attività per le quali, in qualche modo, me ne ha trasmesso la passione mio padre, quindi in tutta sincerità resto comunque la figlia di Bueno anche se non lo volessi!