Economia

Donne d’Impresa: Maria Vittoria Gondi a Firenze, a Parigi ricordano il cardinal de Retz suo parente

Donne d’Impresa: Maria Vittoria Gondi. Con lei dobbiamo sfatare il famoso detto che recita “una nobildonna non lavora”, perché  così è da sempre, nella sua storia. La marchesa Vittoria Citernesi Gondi, infatti, ci racconta che in realtà, la famiglia Gondi è sempre stata molto attiva nel campo del commercio, delle banche, della diplomazia, nell’agricoltura ed anche nella politica, in Italia e in Francia.

Il ben noto cardinaleì de Retz, implicato nella fronda seicentesca francese, era un suo lontano parente.

L’abside di Notre Dame a Parigi, non tutti sanno, che è la Cappella di famiglia Gondi, del ramo francese, i de Gondi de Retz. Durante la rivoluzione francese, le tombe furono distrutte, ma le statue, di Albert e del Cardinal Pierre de Gondi, al contrario, vegliano in ginocchio ancora oggi la Corona di Spine.

Erano i proprietari del Castello di Noisy le Roy e Signori del villaggio e della foresta di Versailles, proprietà ceduta  a Luigi XIII.  Con il suo nasino all’insù, quel suo stile particolare e il volto senza età, Vittoria sembra davvero essere un po’ francese, anche se la sua passione per lana, sete pregiate e fili d’oro certificano in lei una discendenza tipicamente fiorentina.

Purtroppo – dice Vittoria Gondi- il ramo francese dei Gondi si è estinto nel ‘600. Ancora oggi, invece il leggendario Palazzo è punto di riferimento per la storia di Firenze, meta di arte e cultura. Ben due regine italiane, Caterina e Maria de’ Medici, furono vicine alla famiglia Gondi, come anche ben cinque re francesi.

Se in Toscana, però, il ruolo dei Gondi è sempre stato piuttosto “amministrativo”, (furono infatti prestigiosi banchieri), in Francia, al contrario, ebbero un ruolo più politico e diplomatico.  I Gondi risalgono al medioevo, discendenti dai Filippi, citati persino nella “Divina Commedia”, come la più antica famiglia di Firenze. Un Gondo Filippi fu il capostipite, prima “di Gondo” poi Gondi all’inizio del 1200. Iniziarono come commercianti di stoffe di lana, poi di seta, tessuti auroserici, battiloro e poi banchieri, e questa è la storia in comune con molte famiglie rinascimentali fiorentine.

“Anche lo spirito imprenditoriale non ha mai abbandonato i Gondi” – sostiene Vittoria Gondi con orgoglio – e non a caso. Oggi, Palazzo Gondi, infatti, già restaurato con maestria dal 2006, è la sontuosa e regale sede degli eventi più esclusivi di Firenze e appartiene ancora – caso piuttosto raro – alla famiglia che lo fece costruire da Giuliano da Sangallo nel 1489.

Attivissima e impegnata anche in iniziative culturali e sociali, Vittoria è presidente del Garden Club di Firenze e Presidente Nazionale A.G.I. l’associazione che riunisce una gran parte dei Garden Club.  Anche lo stemma di famiglia che si compone di due mazze ferrate in croce di S. Andrea in campo oro, simbolo di origini guerriere dei Filippi, reca il motto di famiglia “Non sine labore”.  Ancora oggi il Marchese Bernardo e la moglie Vittoria abitano Palazzo Gondi in Piazza S. Firenze e rimangono sempre punto di riferimento per i figli Gerardo e Lapo. Per conoscere meglio e di più la vita di Vittoria, le abbiamo chiesto.

Come molte imprenditrici, lei si occupa di diversi settori: dal turismo all’agricoltura, e ai giardini più rappresentativi. Ma qual è la sua passione più vera?

Prima di tutto sono una imprenditrice ” occulta” perché sono sempre stata la spalla di qualcuno. In gioventù ho disegnato per Emilio Pucci, poi sono passata dai colori sgargianti al verde argenteo degli ulivi, perché ho aiutato mio padre nella conduzione di una grande proprietà agricola, con 23.000 ulivi e molti boschi, che ora produce anche il “Laudemio biologico Fattoria di Volmiano”.

Poi ho aiutato mio marito che produce vino alla Tenuta Bossi-Marchesi Gondi, poi nel restauro di Palazzo Gondi e nella organizzazione della nostra attività, una Residenza d’Epoca ed il Museo Privato, ambedue con magnifiche terrazze, che affittiamo. Ora che i miei figli hanno preso le redini sono diventata il Jolly di casa! Comunque, la mia vera passione è il restauro, mi dà una soddisfazione enorme vedere rivivere qualunque cosa, da una casa, ad un mobile ad un dipinto perfino ad un tetto!

Se Palazzo Gondi è il “gioiello di famiglia” che tutti conosciamo e fa onore alla vostra e nostra storia di Firenze qual è in realtà l’attività più redditizia dei Gondi? L’agricoltura, la produzione di olio e vini, il turismo… o altro?

Certamente il turismo, guadagnare con l’agricoltura è molto difficile, noi abbiamo la Marchesi Gondi Tenuta Bossi e la Fattoria di Volmiano. L’attività agricola deve essere enorme per avere buonissimi risultati, ma dà molte altre soddisfazioni.

Beata fra gli uomini: due figli maschi e un marito.  Cosa ci dice della “parità di genere in famiglia?”

Sinceramente non ho mai avuto problemi anche perché ho avuto l’esempio di mia madre avvocatessa che aveva insegnato Diritto Privato all’università, poi amministratore del patrimonio del marito, mia zia cardiologo, l’altra avvocato di un famoso notaio fiorentino, tutte donne in carriera.

Il suo parere sull’Intelligenza Artificiale senza la quale oggi – pare – che nessuna impresa potrebbe crescere in futuro.  Cosa può dirci in merito a questi servizi così innovativi e che stanno diventando la chance più efficiente per molte aziende?

Sicuramente farà fare dei passi da gigante al mondo, sarà il futuro. L’unico dubbio è che alle stesse domande risponderà, immagino, ugualmente e certamente saranno risposte senza fantasia, senza astuzia, senza l’idea geniale che è quel non so che, tipico degli imprenditori più brillanti.

La storia dei Gondi si è estinta solo in Francia. Invece a Firenze sta dimostrando resilienza e grande capacità imprenditoriale. Qual è il vostro segreto? E il suo contributo?

Il nostro motto ” non sine labore”. Niente senza Lavoro.

E a proposito del “ricambio generazionale”?

Noi siamo molto felici che i nostri figli, dopo un’esperienza fuori, siano ritornati e spero che possano continuare la nostra attività rendendola sempre più importante.

Published by
Orietta Malvisi Moretti