Donne d’Impresa: Marta Catuogno. Nata sotto il segno dello Scorpione, presidente del Rotary Club Napoli Ovest, Marta Catuogno è una napoletana sui generis.
Puntuale, precisa, molto professionale, fiera della sua gente e della sua meravigliosa città, ma con una mentalità da vera “cittadina del mondo”. Con quel suo carattere starebbe bene a New York, come anche a Milano o Londra. È anche vicepresidente nazionale di AIDDA e titolare dell’Hotel Real Orto Botanico di Napoli.
L’abbiamo incontrata durante la mega festa per il cinquantennale di AIDDA Campania: più di un centinaio di imprenditrici, provenienti dalle varie regioni italiane, hanno partecipato all’evento nella famosa e storica sala della “quadreria” del Museo Filangeri di Napoli.
Il suo albergo non è nato per caso: quale sarà il suo futuro per questo nuovo anno, che promette grandi cambiamenti per una vera ripresa economica?
L’Hotel Real Orto Botanico si trova in un edificio del ‘700 di fronte ai Giardini Reali dell’orto botanico in pieno centro storico di Napoli. È l’ideale punto di partenza per la scoperta di luoghi intrisi di storia, cultura e tradizioni. Come il Museo archeologico nazionale, il Duomo, il Museo di San Gennaro, il Museo Madre, San Gregorio Armeno (la via dei Presepi), il Quartiere Sanità, Spaccanapoli e tanto altro.
Appartiene alla mia famiglia da quando ha aperto, nel 2001. All’epoca era affiliato alla catena Charme e Relax. Poi nel tempo abbiamo evoluto l’offerta rivolgendoci anche alla clientela business ed in particolare a quella di piccoli gruppi stranieri.
La Pandemia ha completamente stravolto il nostro lavoro, la nostra programmazione.
Dopo un periodo di smarrimento abbiamo cercato di trasformare l’evento nefasto in un’opportunità. Approfittando del fatto che l’albergo fosse vuoto ci siamo concentrati su un lavoro di ristrutturazione ed abbellimento degli spazi comuni. Ridipingendo vecchi mobili e aprendo gli scantinati. Abbiamo così dato nuovo posizionamento e vita a tanti oggetti comprati da mio padre, collezionista di mobili ed oggetti di antiquariato.
Successivamente siamo passati alla ristrutturazione delle camere, cosa che ci siamo proposti di ultimare nei mesi prossimi, in modo da essere pronti ad accogliere quella clientela che preferisce un’offerta alberghiera che si pone a metà tra la tradizione e la modernità offrendo servizi personalizzati in una fascia di mercato medio alta che è quella preferita da coloro che sono attratti dal “Fenomeno Napoli” di cui oggi tanto si parla.
In tema di sostenibilità mi fa piacere raccontare che la mia famiglia, poco prima che scoppiasse la pandemia, ha aperto uno smart hotel che si chiama Art Street Hotel.
Questo deriva dalla provenienza dei quadri che lo arredano, si accede con un codice, usa materiali sostenibili ed ha un numero limitato di addetti. Ha avuto così tanto successo che ora cominciamo la ristrutturazione di altre 10 camere da aggiungere a quelle già esistenti.
Marta Catuogno è promotrice della campagna “Una donna al Quirinale”, insieme alla presidente nazionale di AIDDA Antonella Giachetti.
Crede veramente che potremo avere anche in Italia una donna come Presidente della nostra Repubblica?
Mi piacerebbe moltissimo, e credo che post pandemia con il ruolo della donna diventato sempre più determinante e una transizione economica generalizzata accelerata e sempre più veloce i tempi dovrebbero essere maturi.
Ahimè – però – la tematica di “una donna come Presidente della Repubblica“ porta con sé il problema che il ricambio, sia esso di pelle, (Obama), che di genere, o apporta cambiamenti nella struttura del pensiero dominante, (cosa che non mi sembra sia avvenuta) oppure è un alibi, una finzione.
Finché le cose resteranno così, una Presidente donna, resterà purtroppo solo un’operazione di facciata, illusoria e depistante. Grazie ad AIDDA però, siamo riuscite a porre la tematica : “Una donna al Quirinale”.
Una catena di solidarietà per le donne afghane: come pensa che potremo essere loro di aiuto?
Mi augurerei un’evoluzione culturale di pensiero generalizzata che possa valere in tutto il mondo. Mi si stringe il cuore e mi monta la rabbia al pensiero della condizione delle donne afghane. Purtroppo concretamente poco possiamo fare.
Come presidente Rotary ho aderito ad un progetto per le donne afghane che prevede l’apertura di un conto corrente dedicato per aiutare i profughi e la messa a disposizione delle competenze professionali di Noi rotariani per coloro che ne avessero bisogno.
Poca cosa rispetto al problema, anche qui il cambiamento deve essere radicale e mondiale in termini di cultura, di parità di genere e anche di diritti umani.
Nata da un’importante famiglia di albergatori, Marta Catuogno ha due figli: Luciano e Carolina, rispettivamente 30 e 24 anni. Luciano, laureato alla Bocconi di Milano e Carolina, laureanda in ingegneria aerospaziale.
Anche il loro futuro è legato alla sua stessa attività alberghiera in previsione di un naturale cambio generazionale.
Io e il padre dei miei figli abbiamo lasciato liberi i ragazzi nelle loro scelte di assecondare reciprocamente le loro attitudini.
Nessuno dei due si occupa direttamente dell’attività alberghiera, ma mio figlio Luciano dopo aver fatto delle esperienze lavorative a Milano è rientrato a Napoli proprio durante la pandemia. Per occuparsi dell’azienda paterna quasi centenaria. Che si occupa di seconde trasformazioni di plastica e legno. E guarda alla mia attività alberghiera con molto interesse tanto da voler aggiungere e diversificare la sua attività primaria. Devo dire che il suo apporto giovane in termini di pensiero e di attuazione è molto apprezzato anche dai miei fratelli.
A un certo momento della vita Marta Catuogno ha capito che la sua vera vita sarebbe stata un’altra. Così si è rimboccata le maniche ed è entrata nell’azienda di famiglia.
Oggi sono una donna consapevole di ciò che mi piace, di ciò che sono sia da un punto di vista positivo che negativo. Non credo di avere doti straordinarie ma credo di essere una persona equilibrata capace di mantenere l’equilibrio sia in famiglia che in azienda.
Spesso penso che cosa avrei fatto di diverso se avessi cominciato il mio percorso lavorativo prima, la risposta è che forse avrei fatto qualcosa in più in termini pratici di costruzione ma sono arrivata alla conclusione che non sarei quella che sono oggi se non avessi fatto il percorso che ho fatto.