Donne d’impresa, parla un avvocato (e giudice), Manila Peccantini: la famiglia oggi e nel futuro

Una signora  avvocato, Manila Peccantini, che  si direbbe più una  psicologa che un avvocato.

Ma essendo anche Giudice di pace, con esperienza pluriennale, si riconferma essere una avvocato-psicologa, eccellente a tutti gli effetti. È lei che ha fondato l’Associazione “Agape Crescere Insieme”, (per la cura ed il sostegno dei rapporti familiari). Per offrire strumenti e operatori (avvocati, medici, psicologi, counsellors), perché ognuno possa superare al meglio certi momenti di crisi.

Le fasi di crescita e di trasformazione della vita individuale, di coppia e familiare. Con lei Agape è impegnata a far fronte a quei momenti nevralgici del ciclo di vita familiare: dalle crisi di coppia alle dinamiche con i figli, dalle situazioni di lutto, alle nascite, alle separazioni e divorzi.

Una veronese radicata a Firenze, Manila,  con un figlio, Leonardo di 11 anni e un marito celebre, Franco Cracolici  medico, e filosofo, oltre che autore di diversi libri. 

Le abbiamo chiesto.

Il suo lavoro è un osservatorio privilegiato per affrontare le dinamiche familiari. Come vede la famiglia del futuro? 

Nella famiglia si intersecano complesse ed articolate relazioni che sono sempre in divenire, che cambiano, si adattano, si rompono, si ricompongono e dove le emozioni prendono forma e a volte diventano incontrollabili sino ad esplodere.

In questa complicata e meravigliosa rete ci sono “le persone” che la compongono e che portano al suo interno parte di sé stesse, con pregi e difetti, con forza e fragilità ma con un denominatore comune: “l’amore”.

Senza amore non c’è famiglia, ma non basta, serve rispetto e accoglienza. Trovo, quindi, che non abbia alcuna importanza se la coppia è formata da persone dello stesso sesso, se la famiglia è allargata a causa di vicissitudini della vita, ma l’unica cosa che conta per essere un/a buon/a compagno/a o genitore è il riconoscere l’altro, rispettarlo ed amarlo.

La famiglia è sempre stata un’istituzione, il fulcro della vita sociale e oggi più che mai è importante sostenerla e fare in modo che si rafforzino sempre più i suoi legami. Il Legislatore ha fatto in questi ultimi anni passi da gigante nel riconoscimento giuridico delle unioni affettive e familiari. Oggi ci sono quindi gli strumenti, che possono e devono essere migliorati, ma che consentono di tutelare i diritti nascenti da legami familiari.

Credo che il futuro sia verso un pieno riconoscimento dei diritti della persona e delle relazioni in quanto tali, al di là di ogni classificazione  di “genere”.

La sua esperienza di Giudice di Pace: in questo periodo così difficile per la giustizia in genere, quali i suoi commenti e previsioni per il futuro?

Svolgo il ruolo di Giudice di Pace da oltre vent’anni è, ed è stata, un’esperienza molto importante e stimolante per la mia crescita professionale. Il Giudice di Pace viene definito di prossimità, perché è l’unico giudice che ha un contatto con il cittadino e svolge un ruolo anche di ascolto e di orientamento, oltreché espletare  le funzioni propriamente  giurisdizionali. Purtroppo, tutto il lavoro della magistratura onoraria è sempre stato un po’ nell’ombra e non ha mai avuto un reale riconoscimento dalle istituzioni.

Siamo “lavoratori al nero” per lo Stato da decenni, senza alcun riconoscimento previdenziale ed assistenziale. Nel periodo del COVID ci sono stati colleghi che si sono ammalati, che purtroppo ci hanno lasciato e le famiglie non hanno avuto alcun sostegno. Se ci ammaliamo o ci assentiamo dal lavoro non veniamo retribuiti.

La Corte di Giustizia Europea ha riconosciuto il nostro ruolo e i nostri diritti invitando lo Stato italiano a regolarizzare la nostra posizione, ma il Legislatore è sordo.

Cosa può dirci di questa esplosione di violenza pandemica documentata dalle cronache di tutti i giorni a proposito di quei sistematici e purtroppo molto frequenti  soprusi e abusi su donne e bambini?

I femminicidi purtroppo sono all’ordine del giorno, e nella maggior parte dei casi l’omicida è l’ex compagno o comunque una persona molto vicina alla vittima. La motivazione principalmente è legata al rifiuto e alla non accettazione della separazione che scatena una violenza non controllabile, che si sfoga con rabbia verso la persona che l’omicida ritiene di amare ma che di fatto vuole possedere e controllare.

Questi ultimi due anni di pandemia hanno costretto ad un cambiamento di vita ma soprattutto hanno stravolto ogni relazione familiare e sociale. I lockdown hanno costretto famiglie, dove gli equilibri erano già precari, a trascorrere insieme h24 le giornate aumentando così le tensioni, non essendoci alcuna valvola di sfogo o fuga, e provocando conflittualità a volte esplosive.

La mancanza di relazioni sociali e di contatto con gli altri ha inoltre reso le persone sole e i vuoti sono diventati montagne difficili da scalare. Questo disagio sociale ha purtroppo nutrito le parti oscure dell’essere umano e la violenza è tra queste. È importante, quindi, più che mai intervenire con tutti i mezzi e strumenti possibili di sostegno laddove vi è necessità, cercando di arrivare prima che le situazioni precipitino.

Non si deve avere paura o vergogna di chiedere aiuto, l’associazione Agape Crescere Insieme, che rappresento, lavora molto sull’ascolto dei bisogni e su come aiutare, attraverso i professionisti che la compongono e il grande supporto dei soci e volontari, le persone in difficoltà.

Proprio in questi giorni è partita la campagna di raccolta fondi per l’Ucraina, “contro ogni forma di violenza” per sostenere, attraverso interventi concreti, famiglie che da un giorno all’altro si sono trovate a dover lasciare tutto e a fuggire per cercare riparo dell’orrore della guerra. La grande unità e solidarietà mostrata dalla gente nella raccolta degli aiuti (cibo, vestiario ecc.) per l’Ucraina, rappresenta un esempio della vera forza per combattere la violenza di qualunque genere.

Ai giovani che vogliono intraprendere la sua stessa carriera in un’Italia inflazionata da avvocati civilisti, cosa consiglierebbe?

Ai giovani dico, non mollate, inseguite con energia i vostri sogni, i vostri obiettivi, senza farvi condizionare da tutto ciò che accade intorno, che in questo momento sembra non dare spiragli. L’impegno, lo studio, la passione e “l’intenzione” sono una forza grandissima che vi consentirà di arrivare. Forse non raggiungerete l’obiettivo che vi eravate prefissati, ma vi darà modo, quando si presenterà,  di cogliere l’occasione giusta per mettere a frutto i vostri sforzi.

Lei ha  tanti ruoli pdonneubblici e privati: come  e quando riesce a togliere la maschera e ad essere semplicemente Manila?

Cerco di essere me stessa in tutte le cose che faccio con passione ed impegno e ogni mio ruolo, pubblico e privato, rappresenta ed esprime una parte di me, come un puzzle che necessita di tutti i pezzi per essere completo. Con mio figlio Leonardo riesco ad esprimere anche quella parte di me bambina che riesce a ritrovare l’entusiasmo per le piccole cose e la leggerezza nella semplicità, che purtroppo spesso si dimentica e che invece è quella che ci consente di esprimere la nostra vera natura senza bisogno di alcuna maschera.

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