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Donne d’Impresa, Patrizia Cirri, dopo il successo negli affari, madre a 55 anni: una storia esemplare

Donne d’Impresa, Patrizia Cirri: Cirri Collection. Laureata in Economia e Commercio con un Master in Comunicazione e Marketing.

Così, dopo un’attenta ricerca di mercato, nel 1986 è nata
la stilista delle più belle divise del mondo con un nuovo progetto, selezionato e
approvato niente di meno che da Pierre Cardin. 

Patrizia Cirri veste le uniformi delle maestranze degli alberghi più belli del mondo. Quando Pierre Cardin ha
scoperto e valorizzato il talento di questa originale stilista lei aveva 22 anni e da allora
Patrizia Cirri ha cambiato il modo di vestire delle uniformi per gli hotel più prestigiosi.

”Le mie  non sono solo divise per addetti all’accoglienza e al lavoro negli alberghi – ci
spiega con un pizzico d’orgoglio – oggi si parla di gonne plissé, di sete preziose,
 dettagli di stile che impreziosiscono le uniformi  e con un livello di qualità da alta
moda, un tempo impensabile per degli “abiti da lavoro”.

Attualmente la sua azienda, che ha sede nell’industriosa Empoli, nel cuore della Toscana, si avvale di 60 laboratori
esterni, oltre ai dipendenti in sede, fra stilisti e maestranze. Le più importanti
strutture alberghiere del mondo, Gruppi di alberghi di lusso sono i suoi migliori clienti.
Patrizia Cirri è stata la prima a “fare alta moda” nelle divise ma è oggi anche sartoria di
capi su misura, uniformi su misura, progettate e realizzate anche in esclusiva.

Per questo ha creato il marchio Patrizia Cirri Firenze. Per lei gli abiti … fanno i monaci
perché rappresentano lo stile e l’immagine del luogo di lavoro, coniugando così a tutti
gli effetti, tendenza, moda e abilità sartoriale.

“Sono fra le mamme più adulte del mondo – ci racconta con
un sorriso – ma la mia bambina è la cosa più bella che ho fatto a  ben 55 anni. Non mi
sentivo realizzata. Il successo nel lavoro non era la cosa che più mi completava .
Maria Noemi che è il nome della piccola, oggi 4 anni e mezzo, è stato il successo più
bello e inaspettato della mia vita. Anche il suo nome non è casuale. Patrizia Cirri  infatti ha
scelto per sua figlia un nome con un significato particolare: “Maria”, perché è un dono
della Madonna, “Noemi” perché il significato di questo nome rappresenta letizia,
dolcezza, gioia, entusiasmo, grazia, diletto, delizia.

Rappresenta cioè un evento meraviglioso e straordinario, come lo è stato per lei la nascita della bambina ad un’età insolita per essere madre. Patrizia Cirri  rappresenta una classe dirigente che
si è fatta da sé e che pur avendo avuto il successo che merita, non dimentica la fatica
di averlo raggiunto e non smette di lavorare ed innovare per migliorare, sé stessa e la
sua attività.  Le abbiamo chiesto.

Come ha potuto innamorarsi di questa sua attività?

Nasce tutto per caso e per gioco, appassionata della moda, arte e design, ho iniziato
con stilisti e modellisti a creare una linea di abbigliamento con indirizzo uniformi. Nel
mercato nazionale ancora non esisteva l’uniforme alla moda. Il mio slogan
pubblicitario fu: “tante persone vestite uguali con un abito sartoriale che diventa
divisa, uniforme”.

Da quel momento fui contattata da migliaia di aziende molto importanti fra cui il gruppo Conad. Con Pierre Cardin facemmo le divise a tutto il personale italiano, e di seguito iniziai a lavorare con catene alberghiere. Cominciai così
a girare prima l’Italia poi ovunque scoprendo un mondo fantastico, quello degli hotel di lusso con il loro staff di personale formato e organizzato in maniera eccellente. Ne sono rimasta così affascinata al punto che ho investito proprio in questo settore.

Lei si è fatta da sola. Ma che fatica! Che pensa della” parità di genere”?

Per me negli anni stare a contatto con il mondo maschile è stato veramente
interessante. Sono sempre stata accolta e ospitata da grandi general manager veri
gentleman: uomini ben educati ed eleganti, sia nei modi che nell’apparenza.
Soprattutto si trattava di uomini che annoveravano tra i lori valori la correttezza e il
rispetto. In ogni caso sono fiera del fatto che hanno trovato in me non solo una
persona capace, ma anche un punto vero di riferimento per soddisfare le loro
necessità e richieste di mercato nel settore delle uniformi di lusso.

Tempi di guerra, crisi e difficili previsioni per il futuro. Qual è la strategia per la sua attività?

Lavorando nel il settore del lusso, siamo stati chiusi nei periodi di lockdown da
epidemia, ma una volta che siamo riusciti a superare questo momento di crisi, anche
le richieste di uniformi personalizzate ripartite “alla grande”. La mia strategia è:
serietà continuità e onestà. Se vuoi stare con “i grandi “ bisogna essere pronti e
professionali. Essere di supporto ed avere una struttura aziendale capace di poter
rispondere a tutte le richieste e in tempi velocissimi.

L’imprenditoria femminile in Italia è tutta da scoprire: cosa le piacerebbe
poter insegnare alle nuove generazioni di “aspiranti imprenditrici”?

Insegnare mediante l’esempio, è lo strumento più efficace di insegnamento che si ha
a disposizione. Si insegna ai giovani con le proprie azioni, con le normali
conversazioni con gli altri e con la propria capacità di affrontare i problemi
minimizzandoli e risolvendoli. Anche il linguaggio che si usa è importante, così come
la massima disponibilità di servire il cliente andando incontro alle sue esigenze,
sapendolo anche consigliare nel modo più giusto.

Se patrizia Cirri non fosse diventata la “stilista dell’alta moda delle divise”,
quale sarebbe stata la sua scelta alternativa di lavoro?

La danza, sarei diventata una nuova Raffaella Carra, si prende in giro
divertita, perché – continua – amavo ballare e cantare. Abitare in campagna, però,
in un paesino lontano dalla città, non mi ha permesso di frequentare gli studi di danza
e canto. Ho dovuto scegliere a 20 anni fra lo studiare e il ballo e ho scelto lo studio.
Ovviamente.

Orietta Malvisi Moretti

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