
Donne d’Impresa: Sara Doris Vicepresidente di Banca Mediolanum, oltre le orme del padre - Blitzquotidiano.it (foto fornita)
Donne d’Impresa: Sara Doris Vicepresidente di Banca Mediolanum, oltre le orme del padre.
Sara Doris è la secondogenita di Ennio, che, in partnership con Silvio Berlusconi, ha fondato il Gruppo Mediolanum. Laureata in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, in azienda, negli anni, ha svolto attività in diverse strutture, dal Banking Center al Marketing al Controllo di Gestione, per poi proseguire nel ruolo di Intangible Asset Manager del Gruppo.
Dal 2006 è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Mediolanum che con le iniziative sino a ora sostenute in più di 56 paesi, ha supportato oltre 281.000 bambini in condizioni di disagio.
Mamma di 5 figli, attualmente è Vicepresidente di Banca Mediolanum e di Banco Mediolanum, ed è anche Presidente di Fondazione Ennio Doris, istituita assieme alla madre Lina e al fratello Massimo nel 2022, con lo scopo di sostenere e agevolare il percorso formativo di studenti meritevoli provenienti da contesti socioculturali non favorevoli.
Nonostante i suoi molteplici impegni famigliari e professionali, Sara ha trovato anche il tempo e le energie di presentare un libro, “Ennio mio padre”, consegnando alla storia il suo importante legame con il papà, raccontando l’uomo prima oltre che l’imprenditore.
Affianca suo fratello Massimo che è l’Amministratore Delegato del Gruppo. Quando si dice che una delle più grandi doti del “genere femminile” è “la cura dell’altro” non si può non pensare anche a lei che concentra impegno, energie e mezzi a favore delle due Fondazioni che sviluppano progetti per le giovani generazioni. Quando si parla di “banchieri squalo”, Sara sorride e cita vari aneddoti della generosità del padre, tra i quali, il più eclatante è certamente quello di quando scelse di rimborsare i propri clienti dopo il crack di Lehman Brothers.
Banca Mediolanum fa oggi parte delle “Significant Banks”, vigilate direttamente dalla Banca Centrale Europea, segno evidente dell’importanza che questa banca ha saputo conquistare con successo in Italia e in Europa, obbedendo a quella regola aurea che oggi si usa chiamare “mission”, di mettere sempre al centro i bisogni delle persone. E non solo quelli dei clienti, ma dell’intera community, consulenti, dipendenti e collaboratori inclusi.
Per conoscere Sara Doris un po’ meglio e di più, le abbiamo chiesto.
Figlia di tale padre, quale l’insegnamento più importante che ha ricevuto da lui?
Certamente l’amore! Mio padre era fermamente convinto che essere altruisti fosse il miglior modo per essere egoisti e su questa convinzione ha impostato sia la sua esistenza sia il suo modo di fare impresa e banca. La sua attitudine a cercare sempre il modo per essere utile agli altri mi ha permesso di crescere nella consapevolezza che l’amore per chi ti sta attorno, con cui vivi, lavori, condividi l’esperienza quotidiana, è la formula esatta per avere una vita piena di tutto ciò che può riempirla di valore e di significato.
Mio padre, da ottimista inguaribile qual era, con il suo esempio, ci ha sempre evidenziato quanto possiamo fare la differenza avendo sempre un approccio altruistico e positivo alle cose della vita. “L’ottimista – diceva – non è colui che non vede i problemi e quindi li nega, è colui che li vede benissimo ma sa anche che esistono le soluzioni, si attiva per trovarle e le persegue”. Crescere con questo esempio è stato ed è un privilegio.
Si fa presto a dire “family banker”: secondo lei, in realtà cosa significa?
È la definizione esatta di come noi intendiamo il ruolo della consulenza finanziaria: non vogliamo essere solo coloro che si occupano della gestione del patrimonio e dei risparmi delle persone a trecentosessanta gradi, vogliamo essere coloro che se ne occupano con gli stessi valori di una famiglia.
In un’intervista lei ha parlato della nonna, della mamma e della zia, sottolineando una genia di donne di grande valore. Ma non era suo padre il genio di famiglia?
Per darle la dimensione dei sentimenti di stima e di riconoscenza che mio padre aveva per le donne, e non solo per quelle della sua famiglia, le racconto con un solo dettaglio il clima nel quale mio padre è cresciuto. Immagini un giovane studente di ragioneria che dalla sua casa a Tombolo, un paesino sperduto nel nulla, per andare a scuola ogni mattina deve arrivare in qualche modo a prendere il treno, e immagini una madre che ogni giorno lo aspetta fuori casa, con la bicicletta già girata dalla parte giusta e pronta a dargli una spinta.
Quale futuro augura ai suoi cinque figli: parità di genere? Diventare banchieri? Un mondo libero, democratico e senza guerre? O cos’altro?
Più che a prospettive di scenario, nel formulare degli auguri, ai miei figli come a tutti gli altri giovani, preferisco guardare alle prospettive interiori, a quei talenti individuali custoditi da ciascuno di loro che, se messi a frutto per il bene comune oltre che per il benessere personale, sanno fare la differenza nella costruzione di un futuro significativo per tutti.
Se non avesse seguito il percorso già tracciato da suo padre, quale sarebbe stato il suo sogno di bambina: fare l’artista? La ballerina? L’astronauta?
Da bambina giocavo a fare la maestra. Avevo dei quaderni che usavo per questi giochi dove svolgevo compiti con qualche errore in modo, poi, da rendere utile la correzione. Quei giochi di bambina, o se vogliamo quel talento in erba, mi è servito e tuttora mi serve, e non solo con i miei cinque figli.
Nel vostro Gruppo quali sono stati i cambiamenti significativi portati dall’intelligenza artificiale?
Da sempre abbiamo guardato con molta attenzione e curiosità alle opportunità date dallo sviluppo tecnologico. Guai a non farlo, il rischio è di diventare obsoleti. Quindi guardiamo all’AI con molta attenzione e sono molti i progetti attualmente in corso. Non dimentichiamo però che per Banca Mediolanum la tecnologia è uno strumento per servire al meglio le persone, dai clienti, ai Family Banker, ai dipendenti. Nessuna intelligenza artificiale potrà sostituire il tocco umano quando si parla di risparmi e investimenti.
Per quanto possa sembrare banale, banale non è visto che lo dimentichiamo sempre; quindi, anche questa volta vale la pena ricordare che, quando parliamo di gestione del denaro, del risparmio, in realtà parliamo di gestione dei progetti di vita delle famiglie, dei loro sogni e delle loro prospettive di serenità e sicurezza future.
E a proposito di un dettaglio inedito richiesto, così ci risponde:
“Da ragazza, quando ero ancora studentessa universitaria, mi sono avvicinata al flamenco. Non era solo il ballo a interessarmi, anzi attraverso di esso mi sono interessata sempre più alla cultura iberica, anche grazie lo studio della lingua. Oggi, con l’impegno della vicepresidenza del nostro Banco Mediolanum, quella passione giovanile che ho coltivato con premura, mi permette di chiudere bene il cerchio”.