Quantitative easing, Bce: 1080 miliardi in 18 mesi, rischi condivisi solo al 20%

Draghi-Bce: Quantitative easing da 60 miliardi al mese fino a settembre 2016
Draghi-Bce: Quantitative easing da 60 miliardi al mese fino a settembre 2016 (LaPresse)

FRANCOFORTE – Mario Draghi lancia un quantitative easing (che cos’è? Leggi qui) da 60 miliardi al mese per 18 mesi, cioè da 1080 miliardi di euro. Da marzo e fino a settembre 2016 la Banca Centrale Europea immetterà nel sistema economico dell’Eurozona oltre mille miliardi di euro, comprando titoli di stato, obbligazioni bancarie, pacchetti di crediti “a rischio” (i cosiddetti Abs).

L’intervento sarà fatto in base alle quote dei singoli Stati nel capitale della Banca Centrale Europea (Scheda: tutte le quote Paese per Paese). Ad esempio l’Italia, che detiene circa il 12% delle quote della Bce, beneficerà del 12% del quantitative easing, quindi 132 miliardi. Alla Germania che detiene la quota maggiore, quasi il 18%, arriveranno 194 miliardi. Alla Grecia, col 2% delle quote, arriveranno quasi 22 miliardi. VIDEO integrale della conferenza stampa di Mario Draghi.

Come funzionerà il Quantitative easing della Bce? (Qui il testo integrale del comunicato della Bce) Draghi ha spiegato che la Bce “avrà un doppio limite” negli acquisti di titoli, pari al 33% per il debito di ciascun emittente e al 25% per ciascuna emissione. Leggi anche: Banche italiane, nuove regole Bce limiteranno il credito: allarme di Claudio Gatti (Sole 24 Ore).

La “condivisione dei rischi” sarà al 20%. Cioè l’80% del quantitative easing sarà messo in carico alle singole banche centrali nazionali e il 20% alla Bce. Ha spiegato Draghi: “Si tratta di un programma molto grande, e abbiamo tenuto conto delle preoccupazioni” di alcuni Paesi decidendo di non condividere i rischi su tutti i titoli che la Bce comprerà.

Nel direttivo, sul quantitative easing la decisione è stata presa all’unanimità, racconta Draghi: secondo il presidente la maggioranza era così ampia che non c’è stato bisogno del voto. Rispetto alla definizione di “Qe” come strumento di politica monetaria il board è “stato unanime, lo dico nel senso giuridico del termine. E’ uno strumento che fa parte di quelli a disposizione della Bce”. Inoltre c’è stato “consensus sulla decisioni in merito alla condivisione dei rischi”.

I soldi che arriveranno dal Quantitative easing, ha precisato Draghi, non potranno essere iscritti nei bilanci pubblici, quindi non si potranno usare per ridurre il deficit. Tradotto: si abbasseranno gli interessi sul debito, si svaluterà l’euro, aumenteranno – si spera, inflazione e investimenti – ma non si potrà abbandonare la strada della riduzione dei debiti pubblici nazionali. In particolare un messaggio alla Grecia alla vigilia delle importanti elezioni di domenica 25 gennaio: “Non c’è alcuna eccezione per la Grecia”. C’è una deroga, che consente di comprare titoli con rating speculativo ma solo in presenza di un programma di assistenza. Cioè se la Grecia non accetta la vigilanza della Troika, non vedrà i soldi della Bce-

Immediata e positiva la reazione all’annuncio da parte delle Borse europee: Piazza Affari ha risposto subito con un più 2,81% poi ha chiuso sul +2,44%, con lo spread fra i rendimenti dei Btp italiani e i bund tedechi giù di 7 punti a 116 punti base. Euro in calo a 1,14 dollari. Londra ha guadagnato quasi l’1%, Parigi e Madrid l’1,68%, Francoforte è salita dell’1,37%. Atene ha chiuso in rialzo registrando un +1,14%. Buona anche la reazione di Wall Street, che viaggia sul +1%.

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