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Draghi: “Corruzione diffusa, evasione è macelleria sociale “

di Sandro |31 Maggio 2010 12:59

Mario Draghi

Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, benedice la manovra economica varata dal governo, che considera “inevitabile” date le condizioni dei mercati. Anche se, osserva, ora “la correzione dei conti pubblici va accompagnata con il rilancio della crescita”. Poi però inizia a elencare i problemi del Paese, in primis una “corruzione diffusa nel settore pubblico”, l’evasione pubblica che è responsabile della “macelleria sociale” e la disoccupazione giovanile.

Con la crisi, dice, “i costi dell’evasione fiscale e della corruzione divengono ancora più insopportabili”: l’evasione “è un freno alla crescita perché richiede tasse più elevate per chi le paga”, mentre “relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche, in alcuni casi favorite dalla criminalità organizzata, sono diffuse”. Una situazione davvero allarmante, certificata dalle periodiche graduatorie internazionali che “collocano l’Italia in una posizione sempre più arretrata”.

Quindi Draghi chiede: aumentare l’età pensionabile, rafforzare le misure contro l’evasione fiscale e promuovere le riforme strutturali, ancora più importanti in un momento di crisi.

Nelle “Considerazioni finali” lette stamane all’Assemblea Ordinaria dei Partecipanti, Draghi esprime un giudizio positivo sulle misure della finanziaria: “Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell’economia italiana”. Una medicina amara, dunque, ma indispensabile sulla quale via Nazionale si riserva comunque “un attento scrutinio degli effetti, per garantire il conseguimento degli obiettivi”.

Disoccupazione tra i giovani. Dopo gli applausi, però, arrivano i moniti. Draghi prima di tutto sottolinea che “la crisi ha acuito il disagio dei giovani nel mercato del lavoro” e quindi “la riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione”. Il governatore avverte: “Una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente. Questa condizione, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse”.

Il governatore ha ricordato quindi che “nella fascia di età tra i 20 e i 34 anni la disoccupazione ha raggiunto il 13% nella media del 2009. La riduzione rispetto al 2008 della quota di occupati fra i giovani é stata quasi sette volte quella fra i più anziani”. Secondo Draghi, in particolare, “hanno pesato sia la maggiore diffusione fra i giovani dei contratti di lavoro a termine sia la contrazione delle nuove assunzioni, del 20%”. Ed è inoltre da notare che “da tempo vanno ampliandosi in Italia le differenze di condizione lavorativa tra le nuove generazioni e quelle che le hanno precedute, a sfavore delle prime. I salari di ingresso in termini reali – sottolinea ancora il governatore – ristagnano da 15 anni”. Draghi ribadisce quindi ulteriormente il suo allarme: “i giovani – sostiene – non possono da soli far fronte agli oneri crescenti di una popolazione che invecchia. Né sarà sufficiente l’apporto dei lavoratori stranieri. Solo 36 italiani su 100 di età compresa tra 55 e 64 anni sono occupati, contro 46 nella media europea, 56 in Germania”.

Evasione fiscale. Quindi il governatore ha affrontato il problema dell’evasione fiscale. Ha ricordato che tra il 2005 e il 2008 in Italia è stato evaso il 30% della base imponibile dell’Iva, pari a oltre 30 miliardi di euro l’anno e a due punti di Pil.”L’evasione – ha detto Draghi durante le considerazioni finali – è un freno alla crescita perché richiede tasse più elevate per chi le paga”. Il governatore ha anche evidenziato come il cuneo fiscale sul lavoro, in Italia, sia di circa cinque punti percentuali al di sopra della media degli altri paesi dell’area euro.

Per Draghi, la lotta all’evasione fiscale avviata dal governo “deve consentire”, la riduzione “delle aliquote. Il nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti”. Secondo Draghi infatti le misure del governo hanno come “obiettivo immediato il contenimento del disavanzo ma in una prospettiva di medio termine la riduzione dell’evasione deve essere una leva di sviluppo”.

“Se l’Iva fosse stata pagata – dice Draghi – il nostro rapporto tra il debito e il pil sarebbe tra i più bassi dell’Unione Europea. Gli evasori fiscali sono tra i responsabili della macelleria sociale in Italia”.

Pensioni. Per Draghi “occorre prolungare la vita lavorativa, anche per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani”. Draghi, dopo i “passi importanti” già compiuti dal Governo, invita a completare il processo di riforma del sistema pensionistico. “Nell’ultimo trentennio – ha ricordato infatti – a fronte di un aumento della speranza di vita dei sessantenni italiani di oltre cinque anni, si stima che l’età media effettiva di pensionamento nel settore privato sia salita di circa due anni, attorno ai 61”.

Rimozione dei vertici. Draghi chiede anche che la Vigilanza sugli istituti di credito della Banca d’Italia possa disporre di più poteri per la “rimozione dei responsabili di gestione scorrette o altamente rischiose prima che la situazione sia gravemente deteriorata”. Secondo il governatore di Bankitalia le autorità di controllo di altri paesi già dispongono di tali poteri, che la Commissione Ue sta valutando di adottare a livello comunitario. Per questo, secondo Draghi “un’estensione dei poteri della vigilanza in questa direzione è opportuna”.

Non solo, per Draghi le banche italiane devono “continuare il rafforzamento patrimoniale” registrato nel 2009 a causa “della perdurante volatilità sui mercati e dell’incertezza delle prospettive macroeconomiche”. Gli istituti di credito, ha detto, “devono essere preparati a affrontare periodi anche prolungati e ricorrenti di anomalia sui mercati”. Secondo Draghi comunque le analisi condotte dall’istituto centrale mostrano che, anche in caso di una situazione economica fortemente negativa, “la stabilità finanziaria non sarebbe in discussione”.

L’euro vive con tutti i suoi membri. C’è anche un’altra importante lezione che la Banca d’Italia invita a cogliere dalla crisi, e in particolare dai suoi ultimi sviluppi europei, con riferimento alla Grecia: “Se è stato illusorio pensare che la moneta da sola potesse ‘fare’ l’Europa, oggi l’unica via è quella di rafforzare la costruzione europea nella politica, con un governo dell’Unione più attivo, nella disciplina dei bilanci pubblici e nel progresso delle riforme strutturali, con un nuovo patto di stabilità e crescita al tempo stesso più vincolante e più esteso”. Tenendo presente che, per via Nazionale, “l’euro vive con tutti i suoi membri, grandi e piccoli, forti e deboli”.

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