FRANCOFORTE – Liquidità illimitata alle banche fino a metà gennaio 2013 per provare a contrastare le incertezze dei mercati. Il tutto mentre il Pil dell’Eurozona si conferma debole, con previsioni di crescità tra il -0.5 e lo 0.3%. Il presidente della Bce Mario Draghi, pur ammettendo che ” nell’area euro la crescita economica resta debole, con una elevata incertezza e crescenti rischi di ribasso connessi, in particolare, ad un ulteriore aumento delle tensioni nei mercati finanziari dell’area Euro e alle loro ricadute potenziali per l’economia” prova ad arginare le incertezze e annuncia che “la Bce fornirà liquidità illimitata a tre mesi al tasso fisso dell’1% alle banche fino alla fine del 2012”.
Ai mercati, però, sembra non bastare, anzi. Poco dopo le parole del presidente della Bce, infatti, quasi tutti i listini europei frenano. Milano, in particolare, dimezza i guadagni passando in pochi minuti dal +2 al +1%.
La crisi, è la posizione di Draghi, non può però essere imputata solo all’Unione Europea. ”L’Europa – ha spiegato – ha le sue responsabilita’ per la crisi ma anche gli altri paesi hanno i loro problemi. Quindi non ègiusto, equilibrato, dire che l’Europa e’ la causa principale della crisi”. Secondo Draghi, quindi, ”tutti i paesi dovrebbero riconoscere le loro difficoltà”.
La Bce, spiega Draghi, monitorerà ”molto da vicino” tutti gli sviluppi ed è ”pronta ad agire”, ma non può risolvere tutti i problemi. Problemi che invece vanno affrontati dai leader europei. Secondo Draghi, infatti, al vertice di fine mese i leader europei saranno chiamati a ”indicare la loro visione” su quello che deve diventare l’Eurozona. Si tratta, per il presidente Bce, di ”un lavoro potenzialmente molto importante”.
Fiscal Compact, primo passo. Eurobond a “lungo termine”. ”Il fiscal compact – spiega Draghi – è un primo grande passo importante e Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia hanno varato misure importanti”. Per Draghi, il progresso deve ora continuare con riforme strutturali e del lavoro, attraverso la diminuzione della pressione fiscale e il taglio della spesa. Sugli eurobond, invece, il presidente della Bce frena e spiega: il progetto di una mutualizzazione del debito europeo, come quello previsto da chi invoca gli eurobond, è ipotizzabile ”più per il lungo termine che per il medio termine”.
Questione Spagna. Secondo Draghi la Spagna deve essere “realistica” nel valutare un salvataggio europeo. Draghi spiega che “è una loro decisione se vogliono usare il fondo salva stati” , ma anche che “qualsiasi decisione dovrebbe basarsi su una valutazione realistica dei requisiti per ricapitalizzare le banche e sui soldi disponibili senza l’aiuto esterno”. Secondo il presidente della Bce, infati “paesi come l’Italia, la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo e la stessa Grecia hanno fatto sforzi enormi e raggiunto progressi considerevoli; ora devono continuare e completare il lavoro”.
Solo le tasse non bastano. Proprio qui, da Draghi, arriva una strigliata anche al governo italiano: ”Il consolidamento fiscale – spiega – nel medio termine non può, e non deve, essere basato su aumenti delle tasse”. Dribblata, invece, la questione italiana della riforma del mercato del lavoro. A domanda Draghi (non) risponde: “Mi è molto difficile rispondere, perché è al voto del Parlamento”.
La Bce, ha poi aggiunto Draghi, mantiene invariate le sue stime sulla crescita economica e sull’inflazione nell’Eurozona per quest’anno. Secondo il presidente della Bce il Pil dell’area euro subirà una contrazione dello 0,1% nel 2012. Per il 2013 la Bce taglia le sue previsioni portando la crescita dall’1,1% stimato a marzo all’1%. Per quanto riguarda l’inflazione l’istituto di Francoforte conferma che i prezzi al consumo di attesteranno al 2,4% nel 2012, mentre nel 2013 rallenteranno all’1,6%, come già previsto a marzo. Gli indicatori dall’economia dell’Eurozona, però, “puntano a un indebolimento dei tassi di crescita nel secondo trimestre” e a uno scenario caratterizzato da “un aumento dell’incertezza”. Draghi ha confermato la previsione di “una ripresa graduale nel corso dell’anno”. L’inflazione resterà sopra il 2% per il resto del 2012 e scenderà sotto questa soglia solo a inizio 2013. I rischi per i prezzi sono stati definiti “equilibrati”.