Lo Stato Italiano mostra il pugno duro contro le partite IVA: i risultati della relazione sull’economia non osservata ed evasione fiscale.
Lo scorso anno la Guardia di Finanza si è data parecchio da fare. E anche se i numeri, in assoluto, appaiono sostanzialmente bassi rispetto alle dimensioni stimate del fenomeno, sembra che qualcosa si stia muovendo… Il primo dato espresso dalla relazione sull’economia non osservata del 2023 riguarda l’aumento degli arresti. Nel 2023, ci sono stati più di trecento arresti per reati tributari. E i fermi sono arrivati principalmente per violazioni di IVA e imposte dirette.
La Guardia di Finanza si è concentrata soprattutto sulle cosiddette società “apri e chiudi”, ovvero su quelle imprese create e poi dismesse con estrema velocità, per poter evadere le tasse. Quasi tutti i controlli effettuati (più di duemila) hanno portato alla chiusura di partite IVA. Il meccanismo delle società “apri e chiudi” è una pratica fraudolenta parecchio utilizzata nel nostro Paese per evadere le tasse…
Tre sono i passaggi chiave. Il primo: aprire una nuova partita IVA per aprire un’attività. Poi c’è la fase due: si gestisce l’attività per un breve periodo, utile soprattutto a effettuare transizioni finanziarie (si fanno entrare o uscire soldi con la scusa di prestiti, forniture, pagamenti). Fase tre: mossi i fondi (per guadagnare o pagare) l’attività viene chiusa rapidamente, interrompendo le operazioni commerciali. E chiudendo la partita IVA, l’imprenditore evita di pagare le imposte dovute, come l’IVA e l’imposta sul reddito delle società.
Spesso tale schema viene ripetuto più volte: lo stesso soggetto gestisce una serie di società “apri e chiudi” per continuare a evadere le tasse. Proprio in questo senso le fiamme gialle hanno voluto usare, come non mai, il pugno duro contro le partite IVA sospette. La Guardia di Finanza ha dunque intensificato i controlli su queste pratiche per contrastare il diffusissimo fenomeno evasione fiscale, intervenendo con sanzioni per chi viene colto in flagrante che si esplicano in multe, sequestri di beni e responsabilità civile e penale.
Sempre nel 2023, secondo la redazione, è calato il numero dei lavoratori in nero e irregolari. Almeno sono scesi i casi dei lavoratori in nero scoperti: si è passati passando dalle oltre trentunomila del 2022 a circa ventottomila nel 2023. Il numero di verifiche e ispezioni fiscali è rimasto però pressoché stabile. Nel 2022 c’erano state cinquantacinquemila ispezioni circa, e l’anno scorso sono state poco meno. Anche il numero di evasori scoperti è leggermente diminuito, passando da seimila e duecento circa nel 2022 a poco più di seimila nel 2023.
Nel frattempo il Governo festeggia l’aumento delle entrate tributarie proprio grazie alle tasse delle partite IVA. Secondo gli ultimi rendiconti, il fisco ha incassato 23 miliardi in più, e soprattutto grazie alla spinta dell’autoliquidazione. Cioè il sistema che consente ai contribuenti di calcolare e versare le imposte IVA da soli, quindi senza dover attendere la notifica di una liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.