Economia, spira aria di pessimismo dai capi azienda della Cina. Gli amministratori delegati cinesi hanno parlato e il nuovo indice di fiducia si è raffreddato nel giro di pochi mesi.
L’indagine semestrale sulla fiducia nella economia del Conference Board rileva che la fiducia di decine di CEO intervistati ha subito un duro colpo mentre Pechino fatica a stimolare il mercato e ad attirare gli investitori.
Quasi la metà dei dirigenti aziendali cinesi intervistati ritiene che un lungo periodo di debole crescita economica potrebbe stimolare un fondamentale “cambio di rotta” da parte dei politici.
Secondo i nuovi risultati di un think tank internazionale no-profit, la fiducia delle multinazionali in Cina è drasticamente peggiorata nell’ultimo semestre. L’interesse per l’espansione degli investimenti e delle assunzioni è diminuito in un periodo di lenta crescita economica e persistenti dispute geopolitiche.
I risultati rafforzano ulteriormente il sentimento condiviso da molti economisti, consulenti politici e gruppi imprenditoriali secondo cui Pechino dovrà adottare misure più aggressive per rivitalizzare il mercato e attirare gli investitori stranieri.
Nel suo rapporto “Misura della fiducia dei CEO per la Cina”, il Conference Board ha affermato che il rating di fiducia – su una scala di 100 punti – è sceso da 72 a 54 nell’arco di soli sei mesi. Sottolineando il rallentamento della crescita della nazione e una ripresa economica inferiore alle attese.
Un punteggio superiore a 50, tuttavia, significa che la maggior parte delle risposte dei 35 CEO intervistati il mese scorso sono state ancora più positive che negative, poiché il barometro semestrale misura la percezione degli amministratori delegati con sede in Cina, soprattutto delle multinazionali statunitensi ed europee che operano nel paese. .
Le opinioni degli amministratori delegati sono chiare sui rischi più urgenti per le loro attività in Cina: tensioni geopolitiche e rallentamento economico della Cina.
Comunque gli amministratori delegati in Cina sembrano più fiduciosi rispetto ai loro colleghi negli Stati Uniti e in Europa, che avevano un outlook più negativo con rating inferiori a 50.