Elon Musk contro lo smart working, ultimatum ai manager Tesla: “O tornate in ufficio o vi licenzio”

Elon Musk contro lo smart working lancia l’ultimatum ai manager di Tesla: o tornano in ufficio o se ne vanno.

Elon Musk contro lo smart working a Tesla

Il “lavoro da remoto non è più accettabile. Chi vuole lavorare da remoto deve essere in ufficio almeno 40 ore alla settimana o lasciare Tesla. E’ meno di quanto chiediamo ai dipendenti degli stabilimenti”, ha scritto Musk in una email rilanciata da Bloomberg.

Nella sua email contro lo smart working Musk ha anche precisato che l’ufficio deve essere un ufficio Tesla e non una filiale non collegata ai propri compiti di lavoro. 

Elon Musk contro lo smart working e gli altri scivoloni

Da diverso tempo Musk è protagonista delle cronache, non sempre in positivo. Nei giorni scorsi è stato accusato di manipolazione del mercato per aver comunicato in ritardo alla Sec (la Securities and Exchange Commission, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori) la sua partecipazione in twitter. 

Il ritardo, sostengono gli investitori di Twitter che gli hanno fatto causa, gli avrebbe consentito di risparmiare 156 milioni di dollari.

Le mosse di Elon Musk verso Twitter

L’azione legale si inserisce in un quadro tutto in via di definizione per Twitter. Musk continua infatti a lavorare alla sua offerta 44 miliardi di dollari, per la quale ha abbandonato il prestito a margine con i titoli Tesla come collaterale e aumentato il suo impegno personale all’operazione a 33,5 miliardi di dollari dai 27, 5 miliardi precedenti.

Una cifra consistente che Musk sta cercando in parte di raccogliere fra gli investitori e convincendo gli attuali azionisti di Twitter a convertite le loro quote.

Le accuse a Elon Musk: manipolazione del mercato nelle comunicazioni su twitter alla Sec

La revisione della composizione dell’offerta non chiarisce però il nodo principale, ovvero se l’operazione sarà finalizzata o meno vista la sospensione annunciata dallo stesso miliardario nei giorni scorsi in attesa di chiarimenti sul numero reale degli account spam o falsi.

L’incognita Musk si abbatte su una Twitter che ha patteggiato con le autorità americane una disputa sulla tutela della privacy impegnandosi a pagare 150 milioni di dollari.

E’ in questo quadro che si inserisce l’azione legale di alcuni azionisti di Twitter contro Musk. Il patron di Tesla in marzo aveva già superato il 5% della società che cinguetta, ma ha comunicato la sua partecipazione solo in aprile quando era già salito al 9,2%.

Elon Musk, le accuse degli investitori di Twitter

“Ritardando la comunicazione della quota, Musk si è impegnato in una manipolazione del mercato e ha acquistato titoli Twitter a un prezzo artificialmente basso”, si legge nell’azione legale.

Musk non ha commentato e, con un cinguettio, si è limitato a lodare il suo amico co-fondatore di Twitter. “Sono un fan di Jack” Dorsey, “speravo restasse nel consiglio di amministrazione ma capisco che deve andare avanti”, dice.

Un ennesimo attestato di stima che alimenta le speranze di molti sulla possibilità che Dorsey possa tornare alla guida di Twitter una volta che Musk l’avrà acquistata.  

Gestione cookie