Whirlpool conferma i 500 licenziamenti della Embraco torinese Whirlpool conferma i 500 licenziamenti della Embraco torinese

Embraco, Riva di Chieri: confermati i 500 licenziamenti. Calenda: “Irresponsabili”

Whirlpool conferma i 500 licenziamenti della Embraco torinese
Embraco, Riva di Chieri: confermati i 500 licenziamenti. Calenda: “Irresponsabili”

ROMA – L’Embraco non fa dietrofront. L’azienda del gruppo Whirlpool conferma i 497 licenziamenti, nello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese, dove lavorano 530 dipendenti e si producono compressori per frigoriferi.

“Considero l’atteggiamento di Embraco irresponsabile, inaccettabile e contrario agli impegni assunti nel corso di vari incontri al Ministero”, tuona il ministro dello Sviluppo Economica, Carlo Calenda, che convoca urgentemente l’azienda.

Ai sindacati l’Embraco spiega che più di un soggetto sarebbe interessato a investire nell’area di Chieri avviando la reindustrializzazione e che, per questo, ha dato mandato a Ranstad Hr Solutions di valutare le proposte. Manca però al momento un piano industriale o un’ipotesi concreta di reindustrializzazione, richieste alle quali i ministri Giuliano Poletti e Carlo Calenda hanno vincolato la concessione di un periodo di cassa integrazione. Una nuova doccia fredda per i lavoratori che manifestano nel centro di Torino e davanti all’Amma, sede dell’incontro con l’azienda.

Incassano la solidarietà dell’amministrazione comunale e della sindaca Chiara Appendino che invita a tutelare i loro diritti, mentre l’assessora regionale al Lavoro, Gianna Pentenero, incontra una delegazione di operai prima del confronto azienda-sindacati e accusa l’Embraco di avere un atteggiamento poco costruttivo.

“L’Embraco e le istituzioni devono trovare una mediazione – spiegano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco – non possono arroccarsi su posizioni che non consentono la soluzione del caso. È inaccettabile che tra 56 giorni, in mancanza di novità, i lavoratori vengano espulsi dalla fabbrica”.

“Di nuovo non abbiamo avuto davanti un interlocutore. Il Governo deve avere un ruolo più incisivo e chiamare al tavolo chi decide, cioè i vertici della Whirpool. Ci hanno confermato il fatto che tra 56 giorni scade la procedura e ci troveremo di fronte a un massacro sociale”, aggiungono Lino La Mendola, della segreteria Fiom di Torino e Ugo Bolognesi, responsabile Embraco.

“Il governo la smetta di parlare con i prestanome, non deve discutere con i brasiliani dell’Embraco ma con gli americani della Whirlpool, celebrati da Renzi perché facevano investimenti in Italia. Ha molti strumenti, li usi”, afferma Giorgio Airaudo, candidato di Liberi e Uguali al Senato nel collegio Piemonte 1. Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, chiede al governo “di impedire un altro massacro sociale nel nostro Paese”.

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