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Emergenza Po, le follie del clima lo stanno stremando, pronto un maxi protetto già finanziato con 357 milioni

Emergenza Po. Le follie del clima stanno stremando il Grande Fiume. Pronto un piano per salvarlo. Già stanziati dal governo, attraverso il Pnrr, 357 milioni di euro per la “rinaturazione del Po e l’apertura delle lanche abbandonate”.

Il progetto interessa direttamente le quattro regioni (13 Province, 183 comuni “rivieraschi) che attraversa, dal Monviso al Mare Adriatico. Una galoppata di 652 km che raggruppa un insieme di 141 affluenti come l’Adda, il Ticino, l’Oglio, il Mincio, il lungo Tanaro (276 km). Il Po è una emergenza nazionale.

Per il suo prezioso supporto alla agricoltura, per il suo valore economico e ambientale. Mantenerlo “vivo”  e in sicurezza è un interesse nazionale. Di più:  è un interesse europeo, come riconoscono a Bruxelles. Di qui la decisione di finanziare un progetto salvifico. Ecco in anteprima le priorità d’intervento.

1) STOP ALLA RISALITA DEL CUNEO SALINO

È l’incubo degli agricoltori del Delta del Po. Cioè l’intrusione di acqua dal mare verso l’entroterra. Un fenomeno naturale che si è attiva quando la portata del Grande Fiume – a causa della siccità –  si riduce notevolmente. Inficiando così le falde acquifere con conseguenze di maggiore difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile dall’acquedotto, oltre ad un alto rischio di inaridimento delle aree costiere.

Il mare che entra nel fiume, cioè l’acqua salata che risale dalla foce, facendosi spazio tra l’acqua dolce procura danni incalcolabili alle coltivazioni. C’è un progetto di intervento per impedire questa risalita del cuneo salino all’interno del territorio senza compromettere la funzione di area di espansione delle acque di piena che, oltre ad essere importanti per la sicurezza idraulica, sono fondamentali per il mantenimento degli habitat.

2) STRATEGIA PER CONSERVARE L’ACQUA NELLA EMERGENZA

Il progetto prevede un intervento con politiche di stoccaggio, utilizzo delle acque reflue, riduzione delle perdite e dei consumi. In Emilia-Romagna, dice la vicepresidente Irene Priolo, “negli ultimi 5 anni la Regione ha messo a disposizione del Consorzio 705 milioni di euro con l’obiettivo di ammodernare le infrastrutture irrigue, razionalizzare il consumo, accrescere la sicurezza del territorio. Queste opere aumenteranno di 75 milioni di m3 la disponibilità dell’acqua”.

3) PIÙ SICUREZZA IDRAULICA

É una priorità la protezione del territorio. Un’azione necessaria che significa prima di tutto sicurezza per chi lo abita. Sono in partenza questa settimana interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Marco Benedetto

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