Marcegaglia: “L’articolo 18 non è un tabù”

ROMA – ”Nessun tabù” sull’articolo 18: ”La riforma del mercato del lavoro va affrontata con molta serieta’, pragmatismo e senza ideologia”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia che anche al sindacato chiede ”grande spirito di collaborazione e atteggiamento costruttivo”.

La data del confronto ”non e’ stata ancora fissata”, spiega Marcegaglia a margine di un convegno sull’Europa, ma ”all’inizio di gennaio dovrebbe esserci il primo appuntamento. Ci sediamo con grande spirito di collaborazione, con grande atteggiamento costruttivo. Ci auguriamo, speriamo e chiediamo che anche il sindacato faccia la stessa cosa”.

La riforma del mercato del lavoro ”va affrontata con molta serieta’, pragmatismo, perche’ noi abbiamo alcune rigidita’ in uscita che non hanno eguali in Europa; abbiamo in alcuni casi anche un eccesso di flessibilita’ in entrata che penalizza i giovani e le donne; abbiamo degli ammortizzatori sociali che vanno rivisti in parte. Quindi – prosegue Marcegaglia – siamo assolutamente a favore di una trattativa seria pragmatica sul mercato del lavoro. Ci siederemo al tavolo con la volonta’ di lavorare, di collaborare. In una situazione come questa, come ha detto il ministro Fornero, non ci sono piu’ totem, non ci sono tabu’. La situazione italiana e’ complessa e la riforma del marcato del lavoro va affrontata per tornare a crescere, ovviamente non e’ l’unica ma e’ importante”.

Il presidente di Confindustria chiede, pertanto, che ”nelle prossime settimane” la si affronti ”senza ideologia”. Secondo gli industriali, l’articolo 18 ”non e’ un falso problema. Secondo noi e’ un tema da affrontare, io mi auguro che aldila’ delle dichiarazione ufficiali e pubbliche che ognuno di noi fa ci sia la volonta’ anche da parte dei sindacati di lavorare seriamente su questa tema. Se ci dovesse essere una posizione ancora prima di sedersi la tavolo di chiusura totale non sarebbe una buona cosa: l’Italia deve affrontare questo problema, ha un mercato del lavoro che non ha eguali in Europa e noi dobbiamo diventare europei su tutto”.

Per questo Marcegaglia spiega che ”siamo d’accordo che bisogna aumentare la flessibilita’ in uscita, siamo disponibili a ragionare su alcune riduzioni della flessibilita’ in entrata; ovviamente non puo’ esserci un disegno che attribuisce solo alle imprese il costo delle indennita’ e del supporto. Chiaramente, come in tutti i paesi europei ci puo’ essere una parte che e’ il costo di azienda ma una parte deve essere di sussidi di disoccupazione pubblici”.

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