ROMA – Enel 2014. Tiene la redditività, debiti giù a 37 mld. Report di Alberto Nosari. C’è Enel all’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio e prospetti per il 2014. Fulvio Conti, l’amministratore delegato, illustra novità e certezze.
Per il 2013 sono confermati i target di 16 miliardi di Ebitda e tre miliardi di utile netto ordinario, pur dovendo scontare 270 milioni di maggiori “oneri” a causa del nuovo quadro regolatorio in Spagna. Ribadita anche la validità di un indebitamento netto a 42 miliardi rispetto ai 44,5 del 30 giugno anche senza l’apporto del piano di dismissioni in atto, che il 24 settembre ha visto l’annuncio della cessione alla russa Rosfnet del 40% di Artic Russia per 1,8 miliardi di dollari. A Roma ricordano infatti che i 2,5 miliardi mancanti al target di 42 miliardi saranno generati dai flussi di cassa operativi già previsti.
2014. Scenario grazie al quale guardare al 2014 con meno apprensione poiché le variabili chiave non dovrebbero subire significative variazioni rispetto al trend di uscita da questo 2013. I margini della generazione resteranno compressi nei Paesi maturi, considerando che il differenziale fra offerta e domanda dovrebbe restare ampio in particolare in Italia e quindi la domanda di energia continuerà a flettere, seppur a tassi decisamente più contenuti per poi avvicinarsi ad una timida ripresa nella parte conclusiva dell’anno. Continua invece lo sviluppo nei Paesi emergenti e delle rinnovabili, ove, come ricordato, saranno prevalentemente focalizzati i piani di sviluppo che sorreggeranno la crescita di volumi e reddito. Un contributo giungerà inoltre dalle iniziative sul taglio dei costi e sull’ottimizzazione delle efficienze, mentre continuerà la politica di vendita a medio-lungo dell’energia a prezzi remunerativi.
L’Ebitda atteso per il 2014 dovrebbe di conseguenza assestarsi tra i 15,5 e i 16 miliardi, anche se il realizzarsi di questo obiettivo e l’avvicinarsi alla parte superiore della forchetta dipenderà dall’evoluzione dei mercati, dall’emergere di eventuali fenomeni ad oggi non previsti, quali ulteriori sorprese normative e regolatorie, oltreché dall’azione di una serie di variabili oggi non così facilmente definibili come i tempi e modi di uscita dalla recessione dell’Italia. In ogni caso dovrebbe essere riproposto anche l’obiettivo di circa tre miliardi di utile netto ordinario e l’ulteriore riduzione dell’indebitamento, che a fine 2014 dovrebbe collocarsi a 37 miliardi merito anche il completamento del piano di cessioni da sei miliardi sopra richiamato.
Il tutto merito anche l’esecuzione delle linee strategiche che Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel, così sintetizza: “proteggere i margini e la generazione di cassa nei mercati maturi, per noi Italia e Spagna, rafforzare il ruolo sui mercati emergenti, sia in termini di numero di clienti che di aumento della capacità di generazione, e rafforzare la struttura patrimoniale, facendo leva sulla redditività della gestione corrente, ma anche su un piano di dismissioni da sei miliardi programmato entro il 2014”.
Priorità strategiche a cui, puntualizza Conti, “stiamo lavorando anche per predisporre quelle condizioni che ci permetteranno di schiacciare l’acceleratore sulla crescita dell’utile di competenza tramite la semplificazione societaria e il riacquisto delle minorities, oltreché sulla redditività della gestione industriale i cui effetti sono già evidenti ma registreranno una accelerazione nel prossimo futuro”.Tali iniziative, in particolare il riacquisto delle minorities, “dovrebbero però scattare nella seconda fase del piano e cioè a partire dalla fine del 2014, quando il debito sarà sceso a 37 miliardi”.
Una serie di attività di assoluta valenza strategica e ben esplicitate nel piano industriale 2013-2017 licenziato a marzo dal consiglio di amministrazione e oggi confermato dal Ceo dell’Enel sia sugli obiettivi di medio termine, il 2015, sia di quelli a lungo, il 2017, oltreché quelli di oggi e cioè il 2013. Il tutto all’interno di uno scenario macro ancora difficile e complesso a livello globale.
Il disequilibrio domanda-offerta Più in particolare, come pone in evidenza Conti, “nel corso del 2013 potrebbe continuare il ciclo economico sfavorevole in Italia e Spagna, ove noi quindi lavoreremo essenzialmente per salvaguardare i margini reddituali ed i flussi di cassa pur in presenza di un eccesso di offerta di capacità decisamente significativo per il nostro Paese”. È doveroso ricordare al riguardo che nel primo semestre 2013 la domanda in Italia è diminuita di un altro 4% e tale trend è proseguito pure a luglio e ad agosto portando a ben oltre il 12% la contrazione subita dal 2008, mentre la domanda media alla punta si allinea oggi intorno ai 50mila MW rispetto ad una capacità di generazione che è balzata in prossimità dei 125mila MW causando un disequilibrio abnorme.
Scenario insopportabile per molti operatori, in particolare per i nuovi entranti, anche se noi, ricorda il capo azienda, “ci troviamo nelle condizioni di resistere molto meglio e salvaguardare margini, cash flow e target, sia di breve che di lungo. Il tutto, chiaramente, salvo il sopraggiungere di altri interventi legislativi penalizzanti quali la recente riforma del mercato spagnolo che ci causerà una contrazione dell’Ebitda stimata in massimo 270 milioni per il 2013 e in massimo 400 milioni nel 2014 come prevedono le prime proiezioni elaborate sulla base dei dati ad oggi disponibili”.