Enel Green Power 2014. Ebitda 2014 verso 1,9 mld. Report di Alberto Nosari

Enel Green Power 2014. Ebitda 2014 verso 1,9 mld. Report di Alberto Nosari
Enel Green Power 2014. Ebitda 2014 verso 1,9 mld. Report di Alberto Nosari

ROMA – Enel Green Power 2014. Ebitda 2014 verso 1,9 miliardi. Report di Alberto Nosari.  C’è Enel Green Power, gruppo romano leader nella generazione di energia elettrica da fonti alternative, all’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio e prospetti per il 2014. Francesco Starace, l’amministratore delegato, illustra novità e certezze.

Enel GP si prepara a chiudere il 2013 con un Ebitda superiore a 1,8 miliardi di euro ed un utile tendente a 480 milioni, mentre il rapporto debiti/Ebitda dovrebbe restare nell’intorno di tre nonostante il debito finanziario netto sia previsto in progresso da 4,6 a 5,5 miliardi.

Crescita connessa al piano di investimenti che proseguirà in forma accelerata anche nel 2014, quando i debiti toccheranno il picco ad oltre sei miliardi prima di innestare il trend decrescente, mentre l’Ebitda dovrebbe fissarsi tra 1,85 e 1,9 miliardi anche perché si conferma positiva l’evoluzione attesa considerando che il gruppo mette in esercizio 1.000 MW di nuova capacità ogni anno.

Il tutto nonostante l’assorbimento dei cambi regolatori in Spagna, Romania e Grecia e grazie alle iniziative di ottimizzazione della conduzione e manutenzione degli impianti esistenti, anche per ridurre le perdite di produzione o l’indisponibilità. Un contributo giungerà pure dall’attento controllo dei costi di esercizio e manutenzione degli impianti, anche se resta aperto il rischio connesso alle variabili climatiche poiché i mesi invernali sono molto importanti e il clima può influire in modo determinante sui risultati, che nel medio dovrebbero comunque rispettare i target del piano.

La nostra strategia, puntualizza Francesco Starace, amministratore delegato di Egp, può infatti apparire controcorrente, ma è vincente e ci ha permesso di dimostrare la capacità di gestire la complessità pur in presenza di uno scenario di crisi. Scenario nel quale, abitualmente, le aziende lavorano per semplificare e concentrare le attività, mentre noi siamo rimasti fedeli a una scelta strategica diversa e abbiamo seguito quel percorso di diversificazione geografica e tecnologica che ci permette ancora oggi di salvaguardare redditività, solidità e crescita contrastando l’emergere di ‘difficoltà’ in alcune dei Paesi ove siamo attivi”.

Siamo infatti stati capaci di creare le condizioni “per vincere la sfida e gestire con successo le richiamate complessità, permettendoci quindi di fare leva su questa forza per ampliare progressivamente la proiezione geografica e tecnologica del nostro business”. Una strategia che, aggiunge Starace, “verrà perseguita anche nel prossimo futuro poiché le nostre linee guida prevedono un’ordinata progressione nella diversificazione, seguendo delle coordinate ben precise quali: abbondanza delle risorse naturali, presenza di un trend di domanda crescente, regole comprensibili e affidabili”.

Più in particolare, specifica il capo azienda, “continueremo a concentrare gli investimenti nei Paesi o nelle aree ove le risorse naturali sono abbondanti e c’è la presenza contemporanea di più di una di quelle ove le nostre conoscenze tecnologiche ci permettono di operare con successo: vento, sole, geotermia, idro, disponibilità di biomassa a filiera corta”. Il secondo pilastro che continuerà a guidare le nostre scelte “è rappresentato dalla forte crescita della domanda di energia sui territori ove andremo ad operare. Crescita determinata a sua volta da sviluppo economico e demografico come avviene ad esempio in Sud Africa, in Turchia e in genere in tutta l’America Latina”. La terza ed ultima, ma non meno importante caratteristica è “la presenza di un quadro regolatorio-legislativo comprensibile e affidabile”.

Caratteristiche considerate essenziali per una serie di motivi, fra i quali è doveroso segnalare che “i nostri investimenti hanno una vita utile di circa 30 anni e quindi dobbiamo verificare con cura la presenza delle condizioni che li rendano redditizi nel tempo per evitare spiacevoli sorprese”. Vincoli di non poco conto, ma oggi non penalizzanti sul fronte della crescita poiché, come ricorda Starace, “siamo già operativi in sedici Paesi del globo terrestre e nel mondo sono presenti grandi opportunità che il nostro modello di business ci permette di cogliere senza dover derogare a quelle condizioni che riteniamo necessarie per salvaguardare il profilo di rischio/rendimento che ci siamo dati, anche se continueremo a sondare con grande attenzione le opportunità che si stanno creando, a partire dalla Turchia e Sud Africa, ma anche nell’Africa Centrale: dalla Tanzania al Kenia e dall’Uganda al Mozambico”.

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