Energia: il mistero delle riserve inesistenti di Petrolio

Forse il mondo ha molto meno petrolio di quanto crede. Forse l’era dell’oro nero finirà presto. Così è rivelato dalle indiscrezioni di fonti non nominate interne all’Agenzia Internazionale dell’Energia. Secondo queste confidenze, i calcoli stabiliti dall’Agenzia sulla disponibilità del petrolio sarebbero volutamente falsati.

Questa agenzia, nata all’indomani dello Shock petrolifero nel 1973, riunisce i paesi dell’OECD. Suo scopo è coordinare le politiche energetiche dei paesi membri. Fondamentale è anche la pubblicazione di un bilancio previsionale della produzione petrolifera per l’anno in corso. Le prospettive schizzate nel bilancio costituiscono per molti paesi le linee guida per la propria politica energetica.

Secondo le fonti anonime interrogate dal Guardian le capacità di produzione in queste previsioni sono metodicamente “gonfiate”. Dietro questa falsificazione si celerebbe la pressione degli Stati Uniti, timorosi di vedere anzitempo terminare il loro primato economico, strettamente legato al possesso strategico dei gas naturali. Le stime ottimistiche dell’AIE sarebbero derivate da stime non realistiche sul tasso di declino delle vecchie riserve e sulla capacità di trovarne di nuove.

Si mette in discussione la stima, pronunciata l’anno scorso, che si possa passare dagli odierni 83millioni di barili al giorno a 104milioni. I critici di questa teoria sostengono che il “picco” della produzione sia stato già superato. La teoria del “picco” sta trovando consenso in un numero sempre maggiore di addetti ai lavori. Nel 2005 l’AIE aveva sostenuto infatti che, entro il 2030, la produzione giornaliera di petrolio sarebbe arrivata a 130milioni di barili al giorno. Aveva poi corretto il tiro a 116milioni. Infine oggi si parla di 103miloni. Secondo la fonte del Guardian, molti all’interno dell’organizzazione credono che le riserve non possano nemmeno essere mantenute a 90-95 milioni al giorno ma non lo dicono perché temono che questi dati provocherebbero un panico generalizzato nel mercato.

Recentemente l’autore di uno studio sulle riserve petrolifere commissionato dal governo inglese ha sostenuto che il “picco” potrebbe situarsi prima del 2020. Aggiungendo che le stime che prevedono che la produzione non declinerà prima del 2030 « sono nel migliore dei casi ottimistiche, nel peggiori non plausibili. »

In ogni caso sapremo tutto al momento venuto. Quando non ci sarà più molto da fare. Prima no, per non spaventare i mercati.

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