Per quanto tempo è davvero necessario conservare le bollette? Che cosa cambia con il digitale? Tutti i dettagli per non rischiare di passare qualche guaio.
Negli ultimi anni, con l’avvento del digitale e la crescente digitalizzazione dei servizi, le modalità di gestione delle bollette delle utenze sono cambiate notevolmente. Oggi molti di noi si trovano di fronte alla scelta di ricevere la bolletta in formato cartaceo o, più comodamente, tramite email. Ma una domanda persiste: quanto tempo dovremmo conservare le bollette una volta pagate? Nonostante l’innovazione tecnologica, la questione della conservazione delle bollette rimane rilevante per ogni consumatore, poiché le implicazioni legali e fiscali non sono cambiate del tutto. Vediamo quindi cosa c’è da sapere, come orientarsi nella conservazione delle bollette e cosa dice la legge in merito.
Cartaceo o digitale: come gestire le bollette?
Se sei ancora tra coloro che ricevono la bolletta cartacea, probabilmente ti sei trovato a doverle accantonare in un cassetto o in una scatola, con il rischio che queste si accumulassero nel corso degli anni. Al contrario, chi ha scelto il formato digitale può apprezzare la comodità di avere tutto sotto mano con un semplice clic, ma si pone comunque il dilemma della conservazione.
Le bollette rappresentano una parte significativa delle spese domestiche e, anche se il loro formato cambia, la necessità di conservarle rimane. La bolletta non è solo un semplice documento che attesta il consumo di energia, acqua o gas, ma è anche la prova di un pagamento effettuato, che può essere richiesta in caso di contestazioni o verifiche. A tal fine, diventa fondamentale sapere per quanto tempo è necessario conservare questi documenti.
Perché conservare le bollette?
Le bollette delle utenze contengono informazioni cruciali che possono tornare utili nel tempo. Ad esempio, la lettura dei contatori per il calcolo dei consumi, ma anche i dettagli relativi ai costi aggiuntivi, come il trasporto dell’energia o le imposte come l’IVA. La bolletta è il documento che giustifica la spesa e consente di monitorare l’andamento dei consumi nel tempo.
Inoltre, non sempre il pagamento delle bollette avviene senza intoppi. Se, per esempio, si ritiene che una fattura sia errata o che vi siano stati addebiti ingiustificati, è essenziale poter fare riferimento ai documenti precedenti per presentare una contestazione all’ente erogatore del servizio. E questo non riguarda solo la semplice fatturazione, ma anche eventuali problematiche legate a disservizi o reclami sui consumi.
Quanto tempo devono essere conservate le bollette?
Questa è una delle domande più frequenti tra i consumatori. Il tempo di conservazione delle bollette dipende dal tipo di utenza e dal tipo di documento. A livello generale, la regola prevede che le bollette vengano conservate per un periodo che va dai due ai cinque anni, ma ci sono delle specifiche da tenere a mente, soprattutto quando si parla di prescrizione del pagamento.
1. Bollette di energia elettrica: Le bollette emesse dopo il 1° marzo 2018 vanno in prescrizione dopo due anni. Tuttavia, quelle emesse prima di questa data sono soggette a una prescrizione di cinque anni. In altre parole, se hai ricevuto una bolletta nel 2017 e non l’hai pagata, hai cinque anni di tempo per farlo; se invece la bolletta è stata emessa nel 2019, il termine di prescrizione è ridotto a due anni.
2. Bollette del gas: La normativa sul gas segue una logica simile a quella dell’energia elettrica. Per le fatture emesse dopo il 1° gennaio 2019, la prescrizione scatta dopo due anni, mentre per quelle emesse prima di questa data la prescrizione è di cinque anni.
3. Altre utenze: Per quanto riguarda altre utenze, come quelle relative al servizio idrico o telefonico, la regola generale è quella di conservare le bollette per almeno due anni. Tuttavia, in caso di contenzioso o problematiche legate al pagamento, è sempre consigliabile mantenere i documenti per un periodo più lungo, soprattutto se la cifra in questione è rilevante.
La supervisione dell’ARERA
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) è l’ente che si occupa di regolare e monitorare il settore delle utenze in Italia, inclusi energia elettrica, gas, acqua e rifiuti.
Una delle sue funzioni principali è quella di garantire che i consumatori vengano trattati correttamente e che non vengano addebitati importi errati o non dovuti. Proprio per questa ragione, ARERA raccomanda di conservare le bollette almeno per il periodo della prescrizione, affinché i consumatori possano contestare eventuali addebiti erronei o sollevare reclami riguardo a disservizi. Se non conservi le bollette, rischi di non avere alcuna prova in caso di necessità, e questo potrebbe portarti a dover pagare nuovamente somme già saldate.
Come organizzarsi per la conservazione delle bollette?
La domanda che ci poniamo ora è come gestire al meglio la conservazione di questi documenti. Se sei tra coloro che ricevono la bolletta cartacea, è consigliabile digitalizzarla e archiviarla su un dispositivo sicuro o su un cloud, in modo da avere un backup facilmente accessibile in caso di necessità. In alternativa, se preferisci rimanere nel formato cartaceo, investire in un sistema di archiviazione efficiente (ad esempio, raccoglitori con divisori per anno) è una buona soluzione.
Se, invece, ricevi le bollette in formato digitale, la gestione è certamente più semplice. Tuttavia, anche in questo caso, è importante tenere traccia di tutte le fatture in un formato che permetta una facile ricerca, come una cartella ben organizzata nel proprio computer o un’applicazione che gestisce le fatture elettroniche.