Eni, Scaroni: “Snam non preoccupa, debito a 8 mld dopo separazione”

ROMA – ”Non ho ragione di essere preoccupato” sulla separazione di Snam dall’Eni. Lo ha dichiarato in assemblea l’ad Paolo Scaroni, aggiungendo che ”il governo ha lo stesso interesse che abbiamo noi a guadagnarsi la credibilita’ su mercati finanziari”. Scaroni ha pero’ ribadito che tre sono i punti fermi: l’Eni dovra’ uscirne piu’ forte, anche perche’ dovra’ investire 8 miliardi in Italia, e nell’operazione dovranno essere tutelati gli azionisti sia di Eni che di Snam. ”Dovremmo uscire dalla separazione di Snam con 7 miliardi di cassa e 11 miliardi di debiti in meno: quindi il nostro debito scendera’ dagli attuali 26 a 8 miliardi circa, ha detto Scaroni.

”Il governo Monti – ha ricordato Scaroni – appena insediato ha ritenuto che la separazione proprietaria di Snam fosse un ingrediente fondamentale del processo di liberalizzazione e della riduzione del prezzo del gas in Italia. Non entro nelle valutazioni su questa ipotesi che e’ stata fatta propria dal parlamento e che noi abbiamo semplicemente recepito, ma ci sono da parte nostra tre priorita”’.    La prima e’ che ”l’operazione deve avvenire nell’interesse degli azionisti Eni: e’ un pezzo della storia dell’Eni e che per molti anni e’ stata la fonte maggiore di cassa per la nostra azienda”. La seconda e’ che ”vogliamo che l’operazione tuteli gli azionisti di Snam, perche’ l’abbiamo portata in Borsa noi e le abbiamo apportato Italgas, Stogit, Gnl”.

Infine, ha detto Scaroni, ”stiamo per affrontare il piano di investimenti piu’ grande della nostra storia, che si posa sulle fenomenali scoperte fatte negli ultimi anni, che ora dobbiamo trasformare in produzione: dobbiamo affrontare questo periodo della nostra storia forti e con bilanci forti, non costretti da esigenze finanziarie, visto che solo in Italia investiremo 8 miliardi nei prossimi 4 anni”.    Secondo Scaroni, comunque, le priorita’ ”verranno rispettate tutte e tre dal governo, che ha lo stesso interesse che abbiamo noi a guadagnarsi la credibilita’ sui mercati finanziari. Non vedo contraddizione tra le tre cose che ho detto e il desiderio del nostro governo di guadagnare ancora piu’ reputazione sui mercati internazionali”.

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