Epifani attacca giornali e tv sulla crisi: “Abbassare tasse lavoro e Irap”

Pubblicato il 1 Novembre 2009 - 17:57 OLTRE 6 MESI FA

epifani«Fino alla fine del 2010 la situazione per l’ occupazione resterà grave. È inutile nascondere questi problemi, dovrebbero essere al centro dell’ attenzione del governo, del dibattito politico e del mondo dell’informazione». Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, affronta il rapporto tra media e mondo del lavoro: «Perché Tv e giornali non raccontano la crisi?».

Epifani sottolinea la necessità di porsi delle domande, senza relegarla ai margini dell’ attenzione dell’opinione pubblica. Per Epifani «basta prendere, ad esempio, le prime pagine dei grandi giornali europei dell’ultimo anno, verificare come hanno presentato i problemi economici, le ricadute occupazionali, le tensioni sociali, e confrontarle con le prime pagine dei maggiori quotidiani italiani».

Secondo Epifani «c”è un abisso» e c’è anche da chiedersi che giornali abbia preso e  chi gli abbia fatto la rassegna stampa: «Da noi si parla di tutto tranne che della crisi. Ora è comprensibile che il governo e i giornali vicini facciano questa operazione. Se Berlusconi ha detto alcuni mesi fa che il peggio era passato e oggi afferma che la crisi è già finita, evidentemente, i giornali e le tv più sensibili agli interessi del governo non possono raffigurare quello che sta avvenendo nel Paese, preferiscono parlare d’altro».

Un anno fa, sottolinea ancora il segretario Cgil, «usai il termine “arriva la valanga” parlando del ricorso alla cassa integrazione e della crisi occupazionale. Nel frattempo abbiamo perso 650 mila posti di lavoro, di cui oltre 300 mila precari, e questa tendenza si accentuerà nei prossimi mesi». Morale, «viviamo oggi un paradosso: le borse guadagnano, i valori in molti casi sono raddoppiati nel 2009, le banche si stanno sistemando e proprio ora l’occupazione va a picco. Naturalmente tutto questo richiederebbe una diversa politica economica e sociale da parte del governo: se non si fa nulla torneremo a quello che eravamo nel 2007 forse tra sei o sette anni».

Per cambiare rotta, la Cgil «ritiene che bisogna fare tre cose subito: completare e integrare il sistema degli ammortizzatori sociali; una nuova politica industriale; un intervento fiscale. Tutti parlano della Merkel, il cancelliere tedesco, ma nessuno segnala che la stragrande parte della manovra fiscale del governo tedesco è a favore delle famiglie». Da noi, conclude, «si parla di tutto tranne che di ridurre le tasse sul lavoro dipendente, sui pensionati, sulle famiglie».

Quanto all’Irap, per Epifani «si può fare una scelta intelligente togliendo il costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap. Potrebbe essere una manovra che consente di creare occupazione e di sostenere fiscalmente gli investimenti e i consumi. La Finanziaria, invece, va in direzione opposta. Tremonti attende lo scudo fiscale. Non è così che si aiutano l’economia, le imprese, i lavoratori».