Equazione: più autonomi e più nero uguale più protesta. Italia: 4 gambe…a tempo

di Riccardo Galli
Pubblicato il 2 Novembre 2020 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA
Equazione scontri: più autonomi e più nero uguale più protesta. Italia: 4 gambe...a tempo

Equazione: più autonomi e più nero uguale più protesta. Italia: 4 gambe…a tempo (Foto d’archivio Ansa)

Equazione: più lavoratori autonomi in percentuale sulla popolazione lavorativa e più economia sommersa e in nero uguale più sofferenza e protesta.

Già, l’Italia porta con sé anche questa per così dire aggravante nella gestione e nel format della crisi socio economica derivante dalla pandemia.

LAVORO AUTONOMO E PARTITE IVA

Lavoro autonomo e partite Iva sono nel nostro paese percentualmente più diffusi di quanto non sia in Germania, Francia, Gran Bretagna…Questo vuol dire che il  numero dei lavoratori direttamente colpiti nelle loro attività da lockdown, coprifuoco, limitazioni di orari etc è maggiore in Italia che in altri paesi europei (fatta eccezione per la Grecia e, in parte, per la Spagna).

Il piccolo commercio, le botteghe, le botteghe artigiane, la capillarità della distribuzione alimentare e ancora la maggior incidenza statistica di alcune professioni (gli avvocati su tutti) caratterizzano il tessuto socio-demografico italiano in maniera netta. Determinando numeri e percentuali alti di lavoro autonomo rispetto a lavoratori dipendenti sia privati che pubblici. Più alti che nella maggior parte dei paesi europei. Numeri alti di direttamente toccati, cioè numeri più alti di dissenso, scontento, protesta.

EQUAZIONE PROTESTA: LAVORO NERO, TRE MILIONI…

Lavoro nero, Istat quando calcola calcola circa tre milioni gli italiani che di primo o secondo lavoro ne fanno uno a nero. E la chiusura o limitazioni delle attività sociali danneggia direttamente il lavoro a nero o, se preferite, l’economia sommersa. Nessuno in Europa ha così tanto lavoro nero e/o economia sommersa come l’Italia, nessuno come il Sud d’Italia. Quindi, più lavoro nero equivale a più colpiti da blocchi, chiusure, limitazioni e quindi ancora a più protesta.

Un po’ è scoprire, scottandosi, l’acqua calda: una economia sotto capitalizzata e competitiva per larga parte sulla compressione dei salari reali è meno in grado di reggere. La protesta non è solo in nome di una “Libertà” senza senso e dignità e cittadinanza civile. E’, più che altrove, una protesta che poggia sulle gambe fragili di un reddito fragile (nel caso del lavoro nero) o vulnerabile (nel caso del lavoro autonomo).

PIU’ PROTESTA, IN UN PAESE CHE NON SA

Più protesta sociale in Italia, più che altrove, domani più che oggi. In un paese che non sa e non vuole sapere su che gambe si sta reggendo qui e ora. 

Sono quattro le gambe del tavolo Italia in pandemia. Prima: Cassa Integrazione di massa che ha coinvolto finora il 40 per cento dei lavoratori. Fino a marzo 2021 dura. Poi..?

Seconda gamba, sorella della prima: blocco dei licenziamenti fino a marzo 2021. Poi..?

Terza gamba: garanzia di Stato per 110 miliardi finora su finanziamenti bancari a 1,3 milioni di aziende. Stato garantisce fino a che…azienda si riprende o garantisce anche azienda che non si riprende?

Quarta gamba, la meno esposta ma la più grande: moratoria per almeno tre milioni di mutui, moratoria per 300 miliardi di euro. Indispensabile come la somministrazione di ossigeno alle famiglie. Una terapia intensiva ma fino a..?

QUATTRO GAMBE A TEMPO, POI SI PIEGANO

Il paese di regge su quattro gambe che stanno diritte a tempo, poi si piegano. Ma si tende invece a considerarle gambe in piedi e diritte a tempo indeterminato. Si vagheggia e si tratteggia un paese dove al posto del lavoro c’è la Cassa Integrazione o il Reddito di Cittadinanza o la pensione o il pre pensionamento, dove i mutui sono sospesi a vita o quasi, dove le tasse non si pagano più almeno per un paio d’anni…

Insomma un paese dove causa e conseguenza di una lunga pandemia non ci rimette niente nessuno e tutti saranno risarciti di tutto da una gigantesca cassa pubblica in cui nessuno versa e tutti prelevano. Equazione numero due: più illusioni uguale più protesta. E più avvelenata disillusione, pericoloso sentimento sociale che i mass media e anche la politica sbagliano assai nobilitandolo in rabbia. No, non è rabbia per diritti scippati. E’ rancore per diritti immaginari e immaginati.