Il testamento non è l’unico modo valido per cedere il patrimonio ai figli: ecco le alternative, spesso più utili e convenienti.
Quando si parla di eredità e di successione di quote dal defunto ai propri figli, bisogna sapere che per la legge italiana è possibile trascendere i contenuti testamentari, ovvero le ultime volontà di chi intende distribuire ordinatamente i suoi beni. La normativa vigente prevede infatti delle quote di eredità obbligatorie per i figli anche in presenza di un testamento. Sono le cosiddette quote di legittima, che non possono essere ridotte o eliminate dal documento redatto dal testatore.
Se c’è un solo figlio, per esempio, la legge dice che deve ereditare almeno metà del patrimonio del genitore defunto. Se accanto a questo figlio c’è anche il coniuge del defunto, la sua quota scende a un terzo. Con due o più vigli, il diritto è di due terzi dell’eredità, da dividere in parti uguali. L’altro terzo va all’altro genitore. Senza altro genitore, la spartizione è sul totale dell’eredità.
Spesso, però, succede che si senta il bisogno di disposizioni testamentarie per poter dividere con un senso il patrimonio: questa casa a tizio, perché ci è affezionato, la macchina a Caio, perché la sua si è rotta… Ma il testamento, specie quello pubblico, cioè redatto in presenza di un notaio, costa parecchio: il prezzo può salire oltre i 2.000 euro se la scrittura è parecchio complessa. L’alternativa è il testamento olografo, che non ha costi, ma che può essere oggetto di contestazioni riguardo alla sua validità e autenticità.
Capita anche che non si abbia voglia di redigere un testamento olografo, per varie questioni che vanno dalla scaramanzia alla paura che il documento possa essere smarrito, manomesso o frainteso. Per questo è utile considerare alternative al testamento.
Lo strumento più sicuro e più utilizzato per cedere le quote di eredità da genitore a figli è quello della donazione. Tramite questa fattispecie il trasferimento dei beni ai figli può avvenire mentre è ancora in vita, e anche con riserva di usufrutto, permettendo così al donante di continuare a vivere per esempio nell’immobile donato (o, perché no, di darlo in affitto).
Tra le altre alternative al testamento c’è il patto di famiglia, uno strumento utile a trasferire aziende o partecipazioni societarie ai figli, garantendo la continuità aziendale. E poi c’è chi si orienta verso il prestito vitalizio ipotecario. Questa soluzione, poco comune in Italia, consente di ottenere liquidità immediata mantenendo la proprietà del bene (per esempio un immobile), che verrà poi trasferito agli eredi alla morte del proprietario.
Le alternative al testamento disponibili e previste dalla consuetudine e dalla legge sono varie ma, in generale, per evitare problemi e futuri conflitti, la cosa migliore da fare è confrontarsi con un avvocato esperto in diritto di successione e capire cosa conviene fare per la propria situazione particolare. Ognuno ha le proprie esigenze e la propria storia.
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