È in arrivo una nuova proposta del Governo per l’estensione del regime forfettario per le partite IVA: sale la soglia.
Il regime forfettario, a oggi, prevede una tassazione ridotta con aliquota al 15% per ricavi e compensi fino a 85.000 euro (ridotta al 5% per un periodo massimo di cinque anni). Quando i ricavi superano la soglia indicata ma restano inferiori ai 100.000 euro, la normativa attuale impone che non si possa più beneficiare del regime forfettario a partire dall’anno successivo. Se invece i ricavi superano i 100.000 euro, si esce immediatamente dal regime agevolato. Tutto ciò potrebbe cambiare molto presto.
Intanto, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato un piano di verifiche mirate per il 2024 focalizzato proprio sui contribuenti che adottano il regime forfettario. In pratica, l’AdE vuole verificare se i soggetti aderenti al regime abbiano rispettato i requisiti previsti dalla legge e correttamente compilato la dichiarazione dei redditi. I controlli si concentreranno soprattutto sul rispetto della soglia degli 85.000 euro.
E qui entra in gioco la nuova proposta dell’esecutivo, che punta sulla possibilità di innalzare la soglia a 100.000 euro. Ne hanno parlato sia Matteo Salvini che Federico Freni, anche se al momento si tratta di una mera proposta cui non sono ancora seguiti lavori di calcolo o stima da parte della Ragioneria dello Stato.
L’estensione del regime forfettario a 100.000 euro potrebbe a ogni modo rappresentare un’importante opportunità per i titolari di partita IVA. Si tratterebbe di poter permettere a tanti autonomi di godere di una tassazione ridotta su un volume di ricavi sensibilmente maggiore.
Arriva la proposta di estensione del regime forfettario per le Partite IVA
Ovviamente, sarà necessario innanzitutto capire se il Governo riuscirà a trovare le risorse utili a implementare tale misura. In più, l’esecutivo dovrà anche valutare l’impatto che questa modifica potrebbe avere sul bilancio dello Stato e sulla competitività delle imprese italiane. In tanti, tuttavia, si aspettano che la proposta possa effettivamente essere adottata nella legge di bilancio 2025.
Lo ha confermato anche Matteo Salvini, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti e leader della Lega: il Governo vorrebbe estendere il tetto relativo al regime forfettario per le partite IVA al più presto. L’obiettivo è quello di ampliare per il 2025 il bacino di beneficiari dei vantaggi concessi ad alcune Partite IVA, come l’aliquota fiscale è del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, la semplificazione contabile e l’esonero da alcuni adempimenti fiscali.
Grazie al regime forfettario non è necessario tenere una contabilità ordinaria: basta l’emissione e l’archiviazione corretta delle fatture, senza applicare l’IVA. E non è neanche necessario presentare la dichiarazione IVA, le liquidazioni periodiche, la dichiarazione IRAP e altre formalità contabili. Ai forfettari viene poi riconosciuto un coefficiente di redditività in base al codice ATECO, che riduce l’imponibile su cui si paga l’imposta sostitutiva.
La novità sicura a partire dal prima gennaio 2025 riguarda il via libera all’emissione della fattura semplificata anche per chi opera in regime forfettario. L’Italia si è dovuta adeguare alle nuove direttive UE. La fattura semplificata (con un numero limitato di informazioni, in modo da ottimizzare i tempi e velocizzare l’emissione del documento fiscale) dal 2019 a oggi è stata utilizzata per importi non superiore a 400 euro da tutti i soggetti passivi d’imposta. Dal 2025, ma solo per i contribuenti forfettari, non vige più la soglia dei 400 euro (il limite non cambia per le altre partite IVA).