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Borsa di Tokyo in calo, Euro sotto quota 1,19 dollari: darà un aiuto alla ripresa economica dell’Europa

di admin |7 Giugno 2010 8:42

Apertura di settimana difficile per i mercati finanziari, appesantiti dai dati sull’occupazione Usa, diffusi venerdì e peggiori delle attese, e dai timori per l’Ungheria, dopo l’allarme, poi rettificato, sui rischi di default per l’economia del Paese che riporta in primo piano i rischi di crisi sull’Europa.

La Borsa di Tokyo ha chiuso gli scambi in forte calo a -3,84%, dopo aver toccato perdite di oltre il 4%. L’indice Nikkei si porta a 9.520,80 punti, 380,39 in meno della chiusura di venerdì.

L’euro è sceso ancora sui mercati valutari: a Tokyo è andato sotto la quota di 1,19 dollari, per la prima volta dal marzo 2006, esattamente a 1,8888 dollari, aggiornando i minimi da oltre quattro anni, a causa delle tensioni sul debito in Europa causate dalle dichiarazioni allarmistiche dell’Ungheria. L’euro è calato anche contro lo yen, a quota 108,35, ai minimi da oltre otto anni a questa parte.

Per comprendere l’ondata di scetticismo dei mercati verso la moneta unica, è sufficiente notare che intorno alle ore 9 locali (le 2 in Italia), l’euro era quotato a 1,1927 contro il dollaro e a 109,28 contro lo yen.

La quotazione dell’euro ferisce l’orgoglio europeo, ma potrebbe avere degli effetti positivi sul rilancio delle economie del vecchio continente: era salito infatti a valori troppo alti rispetto allo stato reale di salute dell’Europa e la sua quotazione rispetto al dollaro appariva molto come il frutto di scelte di speculatori che giocano sullo scacchiere globale.

Il calo dell’euro sul dollaro nei fatto costituisce una svalutazione dolce e non traumatica, che adegua il valore relativo delle due valute alle reali condizioni non solo delle economie dei due continenti ma anche delle loro strutture produttive (non solo fabbriche, ma organizzazione, leggi, burocrazia, competitività).

La storia d’Italia degli ultimi sessan’anni è fatta di ripetute svalutazioni della lira che ridavano competitività internazionale all’industria nazionale e hanno contribuito a trasformarci da una terra di contadini medievali a un paese moderno.

Gli anni mitici e mitizzati della lira che teneva testa all’oro furono anche, che per molti italiani, anni di miseria e privazioni.

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