ROMA – Piove sul bagnato anche in economia: l’Europa trema con tutte le Borse in rosso e gli spread in rialzo; l’Europa che ammonisce Spagna e Francia dicendo che non stanno facendo abbastanza e Bruxelles che lancia l’allarme: “Si rischia la disintegrazione finanziaria”. Per l’Italia non va certo meglio: è andata male l’asta dei Btp, che sono tornati al 6% e male anche Piazza Affari che perde il 2%. Intanto gli Stati Uniti si preoccupano sempre più, tanto che Barack Obama ha deciso di mandare nel Vecchio Continente un’inviata per monitorare la situazione. Lo stesso fanno le grandi aziende: l’ad di Fiat Sergio Marchionne ha fatto sapere che lo staff Fiat e Chrysler sta valutando i possibili effetti dell’uscita della Grecia dall’Euro.
Asta Btp. L’ultima asta di titoli di Stato italiana è andata male, i rendimenti sui Btp a dieci anni sono tornati altissimi, ruotano minacciosamente intorno al 6%, raggiungono perfino il 6,12% all’ora di pranzo. Lo spread con il bund tedesco (per converso macina rendimenti bassissimi, stabilendo nuovi record) ha chiuso ai 464 punti. Tasso proibitivi, lo Stato spende tantissimo di interessi per ottenere denaro in prestito. Spread ingovernabile, ricordiamoci che lo stesso Mario Monti aveva posto il punto di non ritorno, la soglia sotto la quale navigare in sicurezza, sotto i 340 punti di differenziale tra i nostri Btp e il bund tedesco.
Notizie migliori per la Germania: crolla a zero il rendimento dei titoli tedeschi a due anni. Il tasso sul biennale e’ sceso infatti allo 0,002%, il minimo storico.
Borse a picco. Giornata difficile per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto l’1,53%, che equivale a quasi 100 miliardi di euro di capitalizzazione persi in una seduta.
Piazza Affari ha chiuso in deciso calo. Il Ftse Mib ha perso l’1,79% a 12.872 punti con vendite che colpiscono non solo Bpm (-5,83%) e Impregilo (-4,28%), entrambe per motivi diversi legate alla sorte di Massimo Ponzellini, ex numero uno della prima e ancora presidente della seconda. Nel settore cemento e costruzioni cede anche Buzzi (-4,55%) mentre fa peggio del comparto auto Fiat (-5,07%) con Pirelli (-3,62%). Dopo una buona seduta, in un mercato che ha ben accolto l’annuncio di una ‘reverse merger’ con la controllata Cnh, ha azzerato intanto i guadagni Fiat Industrial (-0,06%). Risale infine Telecom (+0,45%), finito nei giorni scorsi ai minimi degli ultimi 15 anni, e recuperano anche Banco Ppolare (+1,94%) e Ubi (+1,08%).
Peggiorano le borse europee con Wall Street, dopo il dato sulle vendite di case esistenti negli Usa, che ha accusato il mese scorso il maggior calo dell’ultimo anno. Madrid si conferma maglia nera mentre a livello settoriale scivolano materie prime (-2,88%) e auto (-2,28%). Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: Parigi -2,24%, – Londra -1,74% – Francoforte -1,36% – Madrid -1,84% – Milano -1,35% – Amsterdam -1,22% – Stoccolma -1,29% – Zurigo -0,04%.
L’allarme dell’Europa: rischio disintegrazione. La Commissione europea chiede che il Fondo anti-crisi ricapitalizzi direttamente le banche, poi dice: “Per contrastare questa tendenza alla disintegrazione finanziaria, è necessario un coordinamento maggiore a livello europeo nella supervisione e nel quadro di gestione delle crisi”, è necessaria una integrazione “più stretta tra i paesi Eurozona”.
Bacchettata a Spagna, Francia e Italia. La Commissione europea ammonisce Spagna e Francia sui conti pubblici in un report pubblicato oggi. Il piano di austerità da 27 miliardi di euro di Madrid non basta a risanare il deficit spagnolo che a fine 2011 si attestava all’8,9% del debito pubblico. Se la Spagna non implementerà nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa – avverte l’Ue – non riuscirà a centrare l’obiettivo di tagliare il deficit al 3% entro il 2013.
Non solo la Spagna. Nel mirino della Commissione europea finisce anche la Francia che a detta dell’Ue non sta facendo abbastanza, al pari della Spagna, per risanare i conti in una situazione che potrebbe diventare potenzialmente esplosiva. Bruxelles nota come l’obiettivo di 4,4% di deficit quest’anno appare raggiungibile ma “lo scarto rispetto alla soglia del 3% resta considerevole”. Bruxelles chiede a Parigi di “precisare le misure necessarie per assicurare che il deficit sia riassorbito entro il 2013”. Il listino di Parigi ha accusato il colpo. Dopo queste indiscrezioni ha accentuato il ribasso vicino al 2%, maglia nera in Europa.
C’è n’è anche per l Italia dove ci sono “seri squilibri macro-economici che non sono eccessivi ma devono essere fronteggiati”. Si legge sempre nel rapporto che la Commissione Ue ha realizzato sui 12 paesi sotto stretta osservazione. In particolare Bruxelles rileva che l’alto indebitamento pubblico e gli sviluppi nel settore dell’export necessitano di attenzione “perché l’Italia perde competitività esterna da quando dall’introduzione dell’euro”. Dato il livello del debito, il miglioramento della crescita potenziale deve essere considerato una priorità.
La preoccupazione Usa. La crisi dell’euro preoccupa gli Stati Uniti. Secondo il Wall Street Journal l’amministrazione Obama avrebbe inviato in Europa il sottosegretario per gli Affari internazionali, la bionda Lael Brainard, per pressare le autorità europee a trovare una soluzione rapida e concertata e potenziare il fondo salva-Stati da 700 miliardi di euro, ritenuto insufficiente per arginare le tensioni finanziarie e placare le incertezze su cui i mercati si muovono.