L’Europa pensiona l’austerity. Barroso: “Ha raggiunto i suoi limiti”

BRUXELLES – Cara austerity, addio. Parola del presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, che nonostante i dati negativi sui conti pubblici pubblicati il 22 aprile da Eurostat, chiude definitivamente l’era del rigore. La presa di posizione giunge in considerazione del fatto che le politiche di austerità hanno mancato l’obiettivo di risanare i conti pubblici, contribuendo a un debito pubblico che è cresciuto di quasi 600 miliardi di euro, arrivando quasi al 90% del pil complessivo.

Secondo i dati Eurostat che ha pubblicato le cifre relative al 2012 sul debito e il deficit dei 27 paesi dell’Unione, Francia e Spagna hanno sfiorato gli obiettivi del 2012 e potrebbero fare altrettanto nel 2013. Il debito italiano nel 2012 ha raggiunto il 127% del Pil. Il deficit italiano si attesta invece al 3% del Pil.

L’esponente del Ppe e sodale di Angela Merkel, ha sostanzialmente pensionato l’era dell’austerità a tutti i costi: “Pur convinto che questa politica sia fondamentalmente giusta, credo abbia raggiunto i suoi limiti “ ha detto Barroso parlando a Bruxelles.

“Perché una politica abbia successo non deve soltanto essere messa a punto correttamente, deve avere anche un minimo sostegno politico e sociale”. E una scelta obbligata tra crescita e austerità è “completamente sbagliata” ha precisato.

Barroso ha definito “indispensabile” il risanamento dei conti pubblici, che sia associato però a “misure di breve termine a favore della crescita”. L’ex primo ministro portoghese ha ribadito poi la volontà della Commissione di avere un atteggiamento comprensivo nei confronti dei Paesi che hanno ancora un deficit eccessivo: “Anche se la politica di correggere il disavanzo è fondamentalmente giusta, possiamo sempre discuterne il ritmo”.

“La Commissione europea – ha proseguito Barroso – sta proponendo un’estensione delle scadenze per alcuni Paesi”. E sono almeno due i Paesi usciti allo scoperto, secondo i dati Eurostat: la Francia chiede di poter ridurre il proprio deficit sotto al 3,0% del Pil nel 2014, anziché nel 2013. La Spagna punta al 2015, anziché al 2014.

Si attende ora il 29 maggio, data in cui la Commissione pubblicherà nuove raccomandazioni e deciderà se ai due Paesi possa venir concesso più tempo per risanare i propri conti pubblici.

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