Ex Ilva, ArcelorMittal sfida il Governo e nega le ispezioni ai commissari

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Gli stabilimenti della Ex Ilva di Taranto (Ansa)

ROMA –  ArcelorMittal sfida ancora il Governo. Dopo l’annuncio dello spegnimento dell’ultimo altoforno che avverrà entro metà gennaio, il gigante dell’accaio indiano nega le ispezioni ai commissari negli impianti ex Ilva di Taranto. Lo riferiscono fonti del ministero dello Sviluppo economico. Per il ministro Stefano Patuanelli si tratta di “un atto gravissimo che deve avere un’adeguata risposta. Sulla situazione della ex Ilva faremo dichiarazioni dopo che avremo incontrato azienda e sindacati. Oggi ci sarà un incontro chiesto dai sindacati ai sensi dell’art 47 sulla cessione di rami d’azienda, in questo caso di retrocessione di ramo d’azienda”. 

L’azienda siderurgica vuole spegnere l’ultimo altoforno il prossimo 15 gennaio: il Governo continua a ripetere che ArcelorMittal non ha il diritto di farlo e minaccia risarcimenti miliardari. A tal proposito, ArcelorMittal ha trasmesso proprio in queste ore ai ministeri Interno e Ambiente, nonché agli enti locali di Taranto e della Puglia, il piano di fermata dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto. “Le operazioni tecniche necessarie alla sospensione potrebbero comportare – scrive l’azienda – fasi transitorie con possibili emissioni visibili e possibile accensione delle torce dello stabilimento siderurgico”. 

È firmata, per il gestore ArcelorMittal, dal responsabile dell’area a caldo, Michel Stefan Van Campe, la lettera che l’azienda ha inviato a ministeri Ambiente e Interno, a Regione Puglia, Arpa Puglia, Comune Taranto, Comune Statte, Provincia Taranto, Questura, Comando Carabinieri, Comando vigili del fuoco, Ilva in amministrazione straordinaria e 118. Lettera dove riepiloga e dettaglia le date della fermata, che coinvolgerà dal 13 dicembre e sino a metà gennaio, i tre altiforni, e spiega inoltre le procedure che eseguirà per la messa in sicurezza degli impianti. E Arcelor chiarisce che “rimangono parzialmente escluse dall’attività di fermata, l’area produzione gas tecnici, il cui funzionamento è necessario per garantire la messa in sicurezza degli altri impianti grazie alla produzione di gas inerte (azoto); l’area distribuzione energie che assicura la gestione delle reti gas e delle reti elettriche; l’area distribuzione e trattamento acqua di raffreddamento agli impianti e il trattamento dei reflui”.

 “Per gli impianti marittimi – scrive ArcelorMittal – i parchi materie prime, l’agglomerato e il Treno nastri 2 e gli impianti di laminazione a freddo, tubificio Erw e Zincatura 2, la sospensione non comporta problemi particolari oltre a quelli gestiti dalle procedure vigenti. La loro fermata è realizzabile in tempi brevi e comporta eventualmente la sola messa in sicurezza-inertizzazione delle macchine senza particolari conseguenze che possa pregiudicarne la funzionalità”.

Invece gli altri impianti, scrive l’azienda alle istituzioni, “cokerie, altiforni e acciaierie, la fermata comporta attività preliminari necessarie per garantire la gestione in sicurezza degli stessi contenenti sostanze pericolose”. Le date fermo impianti sono: 10 dicembre altoforno 2; 10 dicembre acciaieria 1 con relativa colata continua 1; 18 dicembre altoforno 4; 18 dicembre un convertitore acciaieria 2; 3 gennaio linea D agglomerato 2. Tra il 5 e il 15 gennaio 2020 calendarizzata la fermata delle batterie coke 7, 8, 11 e 12,con mantenimento forno di riscaldo per le batterie 7, 8 e 12 mentre la batteria 11 verrà spenta. Dal 5 al 15 gennaio programmate anche: fermata altoforno 1 e fermata totale acciaieria 2 “dopo aver portato a consumazione tutta la ghisa processabile”.

Procura Milano apre indagine su gestione ex Ilva 

La Procura di Milano ha intanto aperto un’indagine “per verificare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato” in relazione alla vicenda legata all’accaieria. Lo comunica in una nota il procuratore Francesco Greco: “La Procura di Milano, ravvisando un preminente interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessità economico-produttive del Paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale, ha deciso di esercitare il diritto-dovere di intervento” previsto dal codice di procedura civile “nella causa di rescissione del contratto di affitto d’azienda promosso dalla società Arcelor Mittal Italia contro l’amministrazione straordinaria dell’Ilva”. Come si legge nella nota, il procuratore Greco “ha altresì proceduto all’iscrizione di un fascicolo al modello 45”, cioè senza titolo di reato né indagati, per verificare se siano stati commessi eventuali reati e ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano per gli accertamenti preliminari. Il procedimento è stato assegnato al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, responsabile del dipartimento che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione e di diritto penale dell’economia, e ai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, già titolari delle indagini sul gruppo Riva.

La Procura, oltre ad aprire un’inchiesta sulla gestione della ex Ilva, ha deciso di intervenire nella causa civile nata dall’atto di citazione depositato da ArcelorMittal in cui il colosso indiano accusa i commissari di aver nascosto all’azienda alcuni elementi fondamentali alla stipula del contratto avvenuta nell’ottobre del 2018. I legali dei Commissari Straordinari dell’ex Ilva, dal canto loro, hanno a loro volta depositato un ricorso d’urgenza in base all’articolo 700 del codice di procedura civile in cui chiedono ad ArcelorMittal il rispetto degli accordi poiché non sussistono, a loro dire, le condizioni per il recesso dal contratto d’affitto.

Banca Sella sospende fino ad un anno le rate dei mutui ai dipendendi ex Ilva

In questa situazione di estrema incertezza, da Taranto arriva però una buona notizia che riguarda i lavoratori dell’impianto. Banca Sella ha infatti deciso di sospendere fino ad un anno le rate dei mutui e dei prestiti personali ai dipendenti dell’ex Ilva. La decisione dell’istituto di credito è stata presa, si legge in una nota, per supportare questi lavoratori “nell’attuale difficile contesto”.

Le misure previste saranno adottate da parte della Banca e da Sella Personal Credit, la società del gruppo Sella specializzata nel credito al consumo per le famiglie. La sospensione può essere richiesta da parte dei dipendenti interessati presso la propria succursale Banca Sella, che provvederà a valutarla e potrà fornire le caratteristiche e le modalità di attivazione della misura, riservata a quelle situazioni di difficoltà che sono specificatamente derivanti dalla crisi aziendale di ex Ilva.

 

Fonte: Ansa, Agi

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