X

Export italiano a 0,7% dal tedesco: imprese in crescita nonostante spread negativo

di admin |2 Agosto 2011 11:20

ROMA –  Si avvicina l’incontro tra esecutivo e parti sociali, con Silvio Berlusconi che in prima persona il prossimo 4 agosto si incontrerà con imprese, banche e sindacati per discutere del futuro economico del paese, dopo l’ultima batosta dei 384 punti di spread che separano in borsa i Bund tedeschi dagli italiani Btp. In una situazione non rosea per l’economia nostrana, i risultati ottenuti dalle imprese sono l’emblema della differenza in credibilità tra stato e industria: un +17 per cento segnato dall’export manifatturiero dei primi 5 mesi del 2011, molto vicino al +17,7 per cento del made in Germany.

I risultati delle analisi dei settori industriali eseguite periodicamente da Prometeia e Intesa Sanpaolo descrivono l’Italia delle grandi e piccole imprese, che riescono a raggiungere quasi la Germania nelle vendite all’estero, nonostante l’abolizione dell’Istituto nazionale del commercio estero (Ice) lo scorso 15 luglio, che ha comportato disagi come l’impotenza dei funzionari privati del potere di firma, la rimessa in discussione di progetti e ancora la disdetta di spazi espositivi alle fiere. Imprevisti che non hanno affossato l’export del made in Italy, in grado di contenere uno stacco dalla Germania di soli 0,7 punti percentuali.

L’interpretazione dei questi dati è una sola: le imprese italiane, pur private del loro ente di tutela Ice, hanno avuto successo lì dove lo stato ha fallito, dimostrando una linea economica vincente che gli ha donato una solida credibilità, al contrario dell’esecutivo che non è riuscito a individuare un asse di sviluppo da presentare al Pnr, il piano di riforme che Bruxelles chiede ai Paesi membri a partire da quest’anno.

Scelti per te