NEW YORK – L’inizio aveva fatto sperare. Ma il debutto di Facebook in Borsa a Wall Street se non è un “flop” lo ricorda da vicino. Il social network di Mark Zuckerberg ha infatti chiuso la sua prima giornata in Borsa a 38,23 dollari ad azione, in crescita sì, ma solo dello 0.61% rispetto al prezzo iniziale di collocazione sui listini.
Le premesse, all’inizio sembravano diverse. Facebook aveva infatti aperto gli scambi su Nasdaq a 42,05 dollari per azione, più dei 38 dollari dell’Ipo per poi continuare a muoversi in un’altalena per tutta la giornata arrivando a toccare anche i 45 dollari. L’atteso “botto”, insomma, non c’è stato per il social network di Mark Zuckerberg.
A causa di problemi tecnici del Nasdaq, l’avvio delle contrattazioni è stato ritardato di mezz’ora, dalle ore 11.00 previste alle 11.30. E sempre a causa di problemi del listino americano, dopo un balzo del 13% all’avvio, Facebook ha rallentato in modo deciso: dai 42,05 dollari raggiunti al primo scambio è tornata nell’arco dei trenta minuti successivi a 38 dollari per azione, la cifra fissata nell’ipo. Un rallentamento che ha caratterizzato gli scambi finali, con Facebook che ha chiuso in lieve progresso, +0,61% a 38,23 dollari, poco sopra il prezzo fissato, fra la delusione di molti, che si attendevano un balzo.
Zuckerberg, dal quartier generale di Facebook in California, ha suonato la campanella di avvio del Nasdaq che è stata sistemata a Menlo Park.
Questi tentennamenti però non hanno scoraggiato gli scambi, saliti solo nei primi 30 secondi a 82 milioni di azioni. La quotazioni Facebook faranno guadagnare a Bono, il cantante degli U2, più di quanto incassato con la sua trentennale carriera. Bono nel 2009 ha acquistato il 2,3% di Facebook per 90 milioni di dollari: una partecipazione che con l’ipo – secondo i calcoli di Elevation Partners – salirà a 1,5 miliardi di dollari. Bono diventerà così la più ricca rockstar del mondo, superando Paul McCartney con i suoi 1,05 miliardi di dollari. Prima dell’Ipo, Bono ha accumulato 900 milioni di dollari in 30 anni sul palcoscenico.
Il prezzo delle azioni nell’Ipo era stato fissato da Facebook giovedì sera: la società raccoglie 16 miliardi di dollari, per una valutazione di 104 miliardi di dollari. Mentre il grande esordio ha fatto andare in fremito migliaia di persone, il co-fondatore di Facebook, Eduardo Saverin, è finito nel mirino del Senato americano: i senatori democratici Chuck Schumer e Bob Casey hanno presentato un progetto di legge per evitare “fughe” fiscali come quella di Saverin, che ha rinunciato alla cittadinanza americana, per assumere quella di Singapore.
Una mossa che gli consentirà di evitare il pagamento al fisco statunitense di 67 milioni di dollari sulla sua quota in Facebook. Critiche che Saverin ha respinto con forza, tanto da “offrirsi” di pagare le tasse negli Stati Uniti, imposte che si aggirerebbero su un centinaio di milioni di dollari.
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