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Fallimenti. Come le aziende, piano ristrutturazione debiti ai privati

di Warsamé Dini Casali |27 Marzo 2012 10:13

ROMA – Come una grande azienda, anche una famiglia (o un individuo) super indebitata può accedere alla procedura fallimentare controllata. Invece che subire immediatamente le conseguenze drammatiche della bancarotta, come il pignoramento della casa, può concordare con i creditori un piano di ristrutturazione dei debiti. Proprio come le società, dichiarare fallimento salva il patrimonio. Il Governo Monti ha approvato un disegno di legge che concede una seconda chance a chi va in rosso, a chi ha subito un rovescio della fortuna improvviso per il quale non ha particolari colpe: per esempio se si è ammalato, ha perso il lavoro o sta vivendo le conseguenze di un divorzio.

“Il giudice – spiega il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Zoppini, padre del provvedimento – potrà guidare questo debitore verso una ristrutturazione ragionata della sua esposizione. Noi non vogliamo certo incoraggiare la corsa ai debiti”. Il primo passo è l’affidamento del soggetto in affanno a una specie di unità di crisi incaricata di studiare un piano di rientro da sottoporre al giudice. gli “Organismi di composizione della crisi” che funzioneranno da consulenti gratuiti. Gli “Organismi di composizione della crisi” , formati da consulenti gratuiti spiegheranno, attraverso un’attenta valutazione del patrimonio e delle entrate potenziali (eredità, liquidazione ecc.) come rimborsare i propri creditori.

Lo Stato, in quanto creditore, verrà risarcito con rateizzazioni apposite. Creditori privilegiati saranno considerati, per esempio, i coniugi cui spettano gli alimenti. Se il giudice ritiene il piano valido certificherà la sua omologazione da imporre all’intera platea di creditori. L’atto giuridico sospende ogni iniziativa dei creditori: nessun pignoramento verrà autorizzato per non vessare ulteriormente la persona in difficoltà e che con la perdita dei beni si troverebbe ancor più sul lastrico e incapace di riabilitarsi economicamente per far fronte ai suoi obblighi.

“Nessun aiuto ai furbi che hanno preso la Ferrari con uno stipendio da impiegato  –  dice il sottosegretario Zoppini, padre del provvedimento  –  ma nessuna condanna a vita per chi ha preso un televisore a rate o una Panda quando aveva un lavoro regolare”. Il debitore dovrà esibire prove certe che giustifichino come si è arrivati alla sua a situazione: chi ha dilapidato senza criterio le sue sostanze non ottiene di spalmare i suoi debiti come siamo abituati a vedere per le società di calcio indebitate. L’omologazione è un tipo di aggiustamento percorribile. Accanto  alla liquidazione, quando questa venga reputata più conveniente. Un liquidatore prende in carico l’intero patrimonio del debitore e gestirne la vendita senza costi aggiuntivi

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