Fase 2, spunta la tassa Covid sugli scontrini: da 2 a 4 euro scaricati sul cliente per i costi di igiene Fase 2, spunta la tassa Covid sugli scontrini: da 2 a 4 euro scaricati sul cliente per i costi di igiene

Fase 2, spunta la tassa Covid sugli scontrini: da 2 a 4 euro scaricati sul cliente per i costi di igiene

ROMA – Spunta la “tassa Covid” sugli scontrini: da 2 a 4 euro di maggiorazione, con tanto di voce a parte sulla ricevuta.

A denunciare il rincaro dei prezzi nella Fase 2 è il Codacons, secondo il quale parrucchieri e estetiste stanno presentando ai clienti il conto dei maggiori costi imposti dal governo per igiene e sicurezza.

Tassa che si aggiunge agli aumenti, già denunciati dal Comitato, che in media raggiungono il 25% in più rispetto a prima dell’emergenza, “ma con punte che arrivano al 66%”.

Ma la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, nega: nessun aumento dei listini.

“Faremo avere alla Fipe il lungo elenco di segnalazioni giunte in questi giorni dai consumatori – replica il presidente del Codacons Carlo Rienzi – a volte allegando anche foto e scontrini”.

All’associazione sarebbero arrivate denunce anche di “kit obbligatori da indossare con costo extra di 10 euro a carico del cliente”.

“Invitiamo la Federazione ad eseguire un monitoraggio sui propri aderenti – dice Rienzi – per verificare i rincari e la loro portata, e ricordiamo agli esercenti che noi siamo dalla loro parte, perché capiamo le difficoltà attraversate dalla categoria, ma in nessun caso accetteremo che i maggiori costi a loro carico siano trasferiti sui consumatori, come stanno facendo alcuni esercizi, specie parrucchieri e centri estetici”.

“Al contrario – conclude –  invitiamo tutti i commercianti ad abbassare i prezzi, per invogliare i consumatori all’acquisto in questa fase estremamente delicata per il Paese”.

Ma il Codacons non è l’unico a denunciare i rincari. La tassa Covid è stata riscontrata anche dall’Unione nazionale consumatori.

“Si tratta di una sorta di tassa di sanificazione applicata da parrucchieri, estetisti e alcuni dentisti – spiega il presidente Massimiliano Dona – una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore”. (Fonti: Ansa, Il Sole 24 Ore).

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