Fca: responsabile vendite Usa accusa azienda di avergli tagliato 90% del compenso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2019 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
 Fca: responsabile vendite Usa accusa azienda di avergli tagliato 90% del compenso

Fca: responsabile vendite Usa accusa azienda di avergli tagliato 90% del compenso (Foto Ansa)

ROMA – Mentre andava a picco la proposta di una fusione tra Fca e Renault, negli Stati Uniti il responsabile delle vendite della casa automobilistica italo-americana, Reid Bigland, ha accusato il gruppo di aver tagliato del 90% il suo compenso del 2018 per aver cooperato con le indagini della SEC, Securities and Exchange Commission.

La SEC ha avviato l’indagine per il sospetto di manipolazione dei dati sulle vendite mensili del gruppo che mirava a farle apparire più consistenti.

Secondo il ricorso di Bigland, la Fca venuta a conoscenza del suo ruolo di informatore su comportamenti irregolari dell’azienda, meno di due mesi dopo avrebbe agito in ritorsione. Fiat Chrysler in una dichiarazione ha sostenuto che il compenso dell’executive viene determinato dal board, come per tutti i dirigenti, aggiungendo che non erano opportuni ulteriori commenti. 

A luglio 2016, Fca aveva aggiornato i dati dei cinque anni precedenti sulle vendite mensili di veicoli americani e si era vantata della continua crescita delle vendite, finita in realtà nel 2013 anziché nel 2016. Nella relazione annuale del 2018 la società ha detto che ha continuato a collaborare, ma il risultato delle indagini è incerto e in questo momento non può essere previsto. Nel mese di aprile, Fiat Chrysler ha risolto un ricorso presentato nel 2016 da un concessionario dell’Illinois, il quale accusava l’azienda di premere indebitamente affinché alterasse le statistiche mensili.

Nel gennaio 2019 Bigland ha presentato un libro bianco alla SEC sul metodo di rendicontazione mensile delle vendite di Fiat Chrysler prima di luglio 2016 e ha consegnato una copia a Fiat Chrysler. Il top executive, che è stato responsabile delle vendite americane di Fiat Chrysler dal 2011, del marchio di pick-up Ram e delle operazioni in Canada, ha dichiarato che “non ha inventato o manipolato la metodologia di vendita mensile di Fiat Chrysler” e che “le relazioni mensili sulle vendite non hanno avuto un impatto apprezzabile sugli investitori”.

Nel libro bianco diceva che la metodologia era in vigore dalla fine degli anni ’80 e ampiamente nota in tutta la società, tra cui Sergio Marchionne, amministratore delegato fino alla sua morte nel luglio 2018, e altri dirigenti. Deborah Gordon, un avvocato difensore del team di Bigland, ha dichiarato che la prestazione a Fiat Chrysler del suo cliente “è stata eccezionale” e mantiene l’incarico.

Nel ricorso di Bigland è inoltre sostenuto che Fiat Chrysler era furiosa per il fatto che il top executive avesse venduto azioni della società. A maggio avrebbe rifiutato di assegnargli azioni e dividendi sulle stesse che ammonterebbero a 1,8 milioni di dollari. (Fonte Reuters).