Fed riduce aiuti a 75 miliardi al mese: l’economia Usa migliora

 Ben Bernanke
Ben Bernanke (LaPresse)

NEW YORK  La Fed riduce, anche se di poco, gli aiuti all’economia. Dopo cinque anni di stimoli incondizionati, la banca centrale americana annuncia quella che è la prima mossa dell’exit strategy dalle misure non convenzionali prese durante la crisi.

Un primo passo ”moderato” afferma il presidente Ben Bernanke, rassicurando i mercati: una politica monetaria molto accomodante resta appropriata. E i tassi resteranno bassi fino a che il tasso di disoccupazione non sarà sceso saldamente sotto il 6,5%. Wall Street cauta per l’intera seduta chiude a livelli record dopo la Fed, che spazza via l’incertezza e certifica come lo stato di salute dell’economia americana è migliorato. Il Dow Jones aggiorna il precedente record e sale dell’1,9%, o oltre 390 punti, a 16.171,12 punti. Il Nasdaq avanza dell’1,15%, o 46,38 punti, a 4.070,06 punti. Lo S&P 500 vola a un nuovo record, guadagnando l’1,7% a 1.810,4 punti.

Il piano di acquisto di asset viene ridotto, a partire da gennaio, a 75 miliardi di dollari al mese dagli 85 miliardi al mese attuali: la Fed ridurrà a 40 miliardi di dollari al mese gli acquisti di titoli di stato contro i 45 miliardi di dollari attuali e a 35 miliardi di dollari quelli di titoli legati ai mutui dai 40 miliardi attuali.

Il freno agli acquisti gode del ”pieno appoggio di Janet Yellen”, afferma Bernanke. Yellen prenderà, se confermata in Senato con il voto previsto venerdì 21 dicembre, le redini della Fed il primo febbraio. A spingere la Fed alla riduzione i progressi della situazione economica e del mercato del lavoro, che ha registrato ”ulteriori miglioramenti”, tanto che la banca centrale americana ha rivisto al ribasso le stime per la disoccupazione al 6,3-6,6% nel 2014, quando la crescita è stimata al 2,8-3,2%.

Se le informazioni che arriveranno nei prossimi mesi confermeranno le attese della Fed di un miglioramento della ripresa e del lavoro, la banca centrale continuera’ con la riduzione degli acquisti di asset. Ma – avverte Bernanke – si tratta di decisioni non prestabilite e che saranno decise di volta in volta a seconda degli sviluppi. A preoccupare è però l’inflazione, una preoccupazione ”non piccola”, ammette Bernanke. I prezzi restano al di sotto dell’obiettivo del 2% anche se le attese di lungo termine sono stabili.

”All’inflazione potrebbe volerci del tempo per muoversi: non si può aumentare e andare dove vogliamo. E’ difficile centrare il target: la Fed prende l’inflazione molto seriamente”. Bernanke ribadisce che la politica monetaria non e’ una panacea e che i risultati ottenuti dalla Fed non sono così negativi come alcuni ritengono. Parte dei suoi effetti sono stati contro bilanciati dalla politica fiscale, che ha rallentato l’economia”. Il compromesso sul budget è  positivo ma ”resta da fare sulla politica fiscale”.

 

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