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Fed taglia di mezzo punto tassi Usa per coronavirus, ma per Trump “non basta”. E Wall Street affonda

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Fed taglia di mezzo punto per coronavirus, per Trump (nella foto Ansa) “non basta”

ROMA – La Federal Reserve ha tagliato a sorpresa di mezzo punto percentuale i tassi Usa, portandoli tra l’1% e l’1,25%. Il taglio è arrivato sulla scia della paura per l’impatto economico del coronavirus. ​”Alla luce di questi rischi – scrive la Fed – abbiamo deciso di abbassare i tassi di mezzo punto”. La decisione non ha però convinto la borsa americana che è affondata, con il Dow Jones che ha perso il 3,19% e con il Nasdaq che ha perso il 3,35%.

La mossa è arrivata dopo che i ministri delle finanze e i banchieri entrali del G7 si sono detti pronti a “usare tutti gli strumenti appropriati” contro l’emergenza coronavirus e dopo la nuova richiesta di Trump di ridurre i tassi.

 La decisione, presa all’unanimità, dal comitato di politica monetaria della Fed di ridurre i tassi al di fuori del consueto programma di incontri è la prima dalla crisi finanziaria del 2008. Per la banca centrale statunitense, “il coronavirus pone dei rischi” all'”attività economica”. La Fed ha anche detto che “monitorerà da vicino” l’impatto dell’epidemia, ma ha sottolineato che “i fondamentali dell’economia statunitense rimangono forti”, in linea con la dichiarazione fatta questa settimana dal banchiere centrale, Jerome Powell.

La Fed deve comunque fare di più. E’ questo il primo commento di Donald Trump su Twitter: “La Federal Reserve sta tagliando, ma deve ulteriormente agevolare e, cosa più importante, allinearsi con gli altri paesi/concorrenti. Non stiamo giocando ad armi pari. Non è giusto nei confronti degli Stati Uniti. È finalmente giunto il momento che la Federal Reserve si metta all’avanguardia. Più facilitazioni e tagli!”. Dopo il taglio, l’euro sale e il dollaro scende. La moneta europea chiude a 1,1191, dopo aver toccato un top di 1,1212 dollari e cala a 120,32 yen. Dollaro/yen giù a 107,50.

Wall Street affonda. Dow Jones perde il 3,19%, Nasdaq 3,35%.

L’aver inserito più liquidità nel sistema economico americano non ha convinto i mercati che, secondo le previsioni della vigilia, si aspettavano nessuno incremento dei tassi né un taglio. Almeno per oggi. Per questa ragione  Wall Street affonda. Il Dow Jones perde il 3,19% a 25.857,80 punti, il Nasdaq cede il 3,35% a 8.649,54 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 3,14% a 2.993,38 punti.

Il motivo lo scrive La Stampa in un articolo firmato da Fabrizio Goria: “Una scelta che però ha lasciato indifferenti gli investitori. Questo perché ci sono tre fattori che, secondo gli analisti, devono essere tenuti in considerazione. Primo, non vi è – per ora – una crisi strutturale di domanda a livello globale, come rammenta la banca elvetica Ubs. Secondo, la liquidità erogata dal 2007 a oggi è ancora circolante, e non ci sono evidenze che l’attuale condizione di allentamento monetario possa invertire la rotta entro i prossimi cinque anni. Se ci sarà un ritiro della liquidità, come ha più volte detto il già presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi, sarà graduale e cadenzato nel tempo. Terzo, come rimarcato da J.P. Morgan, i canali di trasmissione della politica monetaria sono ancora danneggiati. Tradotto, più le banche centrali tagliano, meno si vedono gli effetti sull’economia reale”.

Fed, spread a 160 punti. Ieri stava a 176. 

Per quanto riguarda l’Italia, la decisione ha fatto scendere a 160 punti base lo spread Btp-Bund, in forte calo da 176 della chiusura di ieri, lunedì 2 marzo. Gli investitori guardano alla possibilità che altre banche centrali, a partire dalla Bce, possano intervenire contro l’impatto economico della diffusione crescente del coronavirus. Il rendimento del Btp decennale scende sotto l’1% a 0,98%.

Fed, Borsa Milano guadagna 2,5, poi cala. 

Il taglio del tasso d’interesse da parte della Fed ha fatto ripartire le Borse europee: Francoforte, dopo l’annuncio è cresciuta oltre i tre punti percentuali, Parigi del 3%, Londra del 2,7%. Forte corrente di acquisti anche in Piazza Affari: l’indice Ftse Mib, che prima dell’intervento della banca centrale Usa saliva al di sotto del punto percentuale,  ha segnato un rialzo del 2,5%.

Dopo la fiammata immediatamente successiva al taglio del tasso d’interesse della Fed, sulle Borse europee si è però placata la corrente di acquisti: Londra è così salita del 2%, Francoforte dell’1,9%, Parigi dell’1,8%, con Milano cresciuta poco oltre l’1,3% tra violente oscillazioni. Tra i titoli principali di Piazza Affari il migliore è stato Poste italiane, salito di oltre quattro punti percentuali, mentre è proseguito lo scivolone di Banco Bpm che ha ceduto il 5%.

Fonte: Ansa, Agi, La Stampa

 

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