Federalismo: molte più tasse per le imprese, una stangata di 3 miliardi

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dal federalismo municipale è in arrivo una valanga di tasse in più per le imprese. Conti alla mano potrebbe concretizzarsi in una stangata fino a 3 miliardi. Rete Imprese Italia non ci sta, il passaggio dall’attuale Ici all’Imu, l’imposta municipale, non sarà indolore per il settore produttivo e anzi comportera’ un aggravio aggiuntivo di tasse stimato tra gli 800 milioni e i tre miliardi di euro.

”Sarebbe un pesante aumento per il sistema delle imprese già gravato da una pressione fiscale più elevata rispetto alla media europea”, commenta Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia, la grande organizzazione delle Pmi che associa Confartigianato, Cna, Confcommercio, Casartigiani e Confesercenti.

L’applicazione dell’attuale aliquota Ici, pari in media al 6,49 per mille, ha un impatto complessivo di 4,7 miliardi. La nuova Imu, con un’aliquota base del 7,6 per mille, porterà alle casse municipali un gettito di oltre 5,5 miliardi, 812 milioni in più. Ma, grazie all’autonomia concessa ai Comuni l’Imu potrà essere applicata al massimo e lievitare fino a un’aliquota del 10,6 per mille.

In tal caso, considerando tutti gli immobili adibiti a uffici, negozi, botteghe, magazzini, laboratori per arti e mestieri, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati industriali e commerciali, il carico di tasse in più per gli imprenditori salirà a oltre tre miliardi di euro. Una beffa per le imprese che continuano a chiedere sgravi fiscali e meno tasse per poter agganciare la ripresa che si affaccia.

A livello di singola imprese, sottolinea ancora la grande associazione delle aziende artigiane, commercio e servizi, l’aggravio di imposizione rischia di superare alcune migliaia di euro annue in base al Comune nel quale è collocata l’impresa stessa. E in pochi sono disposti a credere che i Comuni, con le casse a secco anche a causa dei tagli centrali, non ricorreranno all’aliquota maggiore per avere un po’ di respiro.

”Il federalismo fiscale che ci piace – dice infatti Guerrini, anche presidente di Confartigianato – è quello che favorisce la progressiva riduzione della spesa pubblica locale improduttiva e che determina un meccanismo virtuoso in grado di abbassare la pressione fiscale sulle imprese”.

Guerrini lancia poi un appello alle amministrazioni locali: ”Ci aspettiamo che i Comuni, nell’ambito della propria autonomia tributaria riducano, come permette la norma, l’aliquota base dello 0,3 per cento”. In tal modo infatti, le imprese godrebbero di un risparmio di imposta di tutto rispetto, pari a 1,4 miliardi di euro. Infatti, con un’ipotesi di riduzione del 3 per mille, la raccolta ammonterebbe a 3,3 miliardi, 1.389 milioni in meno rispetto all’Ici.