Soldi dell’Europa al contadino Riina: 42mila euro dai fondi per l’agricoltura

Pubblicato il 19 Novembre 2012 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Gaetano Riina, fratello di Totò. Avrebbe ricevuto fondi per l’agricoltura dall’Unione europea (Foto Lapresse)

BRUXELLES – Quel cognome, Riina, non deve aver detto nulla ai giudici contabili dell’Agea, l’Agenzia europea che eroga finanziamenti agli agricoltori: così Gaetano Riina, fratello del più noto Totò, si è visto concedere oltre quarantamila euro di contributi pubblici per l’agricoltura. Si era “dimenticato” di produrre l’autocertificazione antimafia”, ma nessuno ha battuto ciglio.

Eppure, sottolinea Roberto Rizzo sul Corriere della Sera, nel 1997 Totò Riina era in carcere già da quattro anni. Questo, però, non ha impedito al fratello Gaetano di ricevere dal 1997 al 2004 42. 214 euro. 

Si è dovuti arrivare al 2011 perché Gaetano Riina venisse condannato (con conferma in appello) a restituire il 60% della somma ricevuta, 25.328 euro. I giudici contabili hanno concluso che non ne aveva diritto.

Le due condizioni necessarie per ricevere i soldi erano non aver subito una condanna in appello per associazione mafiosa (requisito soddisfatto da Gaetano Riina) e non essere sottoposto a misure di prevenzione come la sorveglianza speciale di polizia (requisito, invece, non soddisfatto da Gaetano Riina).

Alla fine i giudici si sono limitati a chiedere indietro solo il 60% della somma perché “nel causare il danno erariale complessivo ha inciso pesantemente anche l’amministrazione erogatrice del contributo, che ha sostanzialmente omesso i controlli di competenza in ordine alla regolarità e alla ammissibilità delle istanze presentate dall’interessato”.

Il caso di Gaetano Riina non è l’unico: alcuni anni fa la Guardia di Finanza di Capo D’Orlando scoprì che un allevatore “sottoposto a sorveglianza speciale aveva intascato quasi 250 mila euro di contributi nel quattro anni precedenti”.

Secondo quanto scrive Rizzo,

“situazioni come queste non sono affatto isolate. Negli ultimi tre anni la Corte dei conti ha emanato una cinquantina di sentenze per danno erariale a carico di esponenti conclamati della criminalità o di persone sottoposte a misure di polizia che avevano incassato contributi pubblici destinati agli agricoltori. E, a conti fatti, i contributi truffati così sarebbero circa due milioni di euro”.