Federauto: con aumento iva +500 euro ogni nuova auto

ROMA, 5 DIC – "Un ulteriore aumento dell'Iva dal 21 al 23 per cento, dal secondo semestre 2012, comporterebbe un surplus medio di quasi 500 euro per ogni auto acquistata, e di circa 700 tenendo conto anche del punto percentuale varato dal Governo Berlusconi''. Lo evidenzia in una nota il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, commentando la manovra presentata ieri sera dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

Il presidente dell'associazione che riunisce i concessionari presenti sul territorio nazionale precisa che ''i concessionari italiani faranno la propria parte per salvare il Paese'', a patto pero' ''che venga posto un freno alla feroce aggressione verso il settore dell'automotive''. Per Pavan Bernacchi, il previsto aumento dell'Iva ''è l'esatto contrario di cio' che si dovrebbero fare per rilanciare lo sviluppo di un comparto fondamentale per il Paese, che occupa 1.200.000 addetti tra diretti e indotto e investe 2 miliardi di euro".

Pavan Bernacchi, suggerisce al Governo anche alcune ''misure compensative'' che potrebbero essere adottate. ''Come, ad esempio, un immediato programma pluriennale volto al rinnovo di un parco circolante tra i più vecchi d'Europa. Ciò permetterebbe di garantire la vendita di centinaia di migliaia di auto in più, a costo zero per le casse dello Stato. Questo tenuto conto che, da nostri studi, per ogni vettura venduta l'Erario beneficia in media di 5.000 euro, senza contare i vantaggi in termini di occupazione, sicurezza e ambiente''.

Sul fronte della nuova super-tassa sulle auto superiori a 170 kw, interviene invece il componente del consiglio di amministrazione di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino, che e' anche presidente dei concessionari Mercedes. "Mi spiace – afferma – che Monti abbia dichiarato di non voler aumentare Irap e Irpef per non fare pagare 'i soliti noti', e poi abbia pensato ad un superbollo per le auto prestazionali. Così sì che a pagare saranno i 'soliti noti' e cioè il "mondo degli autoveicoli" che tra superbolli, accise, Iva, Imposta Provinciale di Trascrizione, uscirà devastato. Un settore che è già sotto la soglia di sopravvivenza dei 2.000.000 di pezzi l'anno essendosi attestato a 1.800.000''.

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