Ferrovie, l'Antitrust: "Rischi per le liberalizzazioni"

ROMA – ''Sussistono in Italia alcuni fattori suscettibili di ostacolare o almeno ritardare l'efficacia delle norme in materia di liberalizzazione del trasporto ferroviario''. E' quanto rileva l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, evidenziando che questi ''elementi di criticità'' sono relativi alla generalità dei servizi di trasporto ferroviario (passeggeri e merci) ''ma, in special modo, per quanto concerne il mercato dei servizi di trasporto ferroviario passeggeri a media-lunga percorrenza diversi dall'alta velocità''.

Le osservazioni dell'Antitrust sono contenute nel parere, pubblicato sul Bollettino, relativo alla richiesta di esonero dall'applicazione della normativa in materia di appalti pubblici che Trenitalia intende presentare alla Commissione europea.

Tre i fattori di criticità indicati dall'Autorità per quanto riguarda il requisito di avere mercati liberamente accessibili: l'integrazione verticale tra gestore dell'infrastruttura ferroviaria (Rfi) e Trenitalia, che ''può alterare gli incentivi dell'operatore verticalmente integrati nell'offerta di input ai propri concorrenti; l'assenza di un regolatore con caratteristiche analoghe a quelle delle Autorità che hanno accompagnato i processi di liberalizzazione nelle tlc e nell'energia; la presenza, ''nel vasto e stratificato quadro normativo settoriale, di taluni interventi puntuali non pienamente aderenti all'obiettivo di liberalizzazione e di apertura dei mercati''.

Per quanto riguarda invece le attività esposte alla concorrenza, l'Antitrust osserva che ''l'incidenza del servizio pubblico sui traffici totali è particolarmente significativa con riguardo ai servizi di trasporto passeggeri a media-lunga percorrenza (diversi dall'alta velocità) e, in misura minore, per i servizi di trasporto merci''. Per questi servizi, dunque, aggiunge, ''permane, seppur circoscritta, la possibilità di sussidi incrociati''.

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