Fiat, la Camusso a Marchionne: “Smetta di disprezzare il Paese. ‘Fabbrica Italia’ piano fantasma”

Susanna Camusso

”Marchionne deve smetterla di disprezzare l’Italia. E non per gli aiuti che la Fiat ha ricevuto in tanti anni. Ma perché questo Paese ha permesso alla Fiat di essere monopolista”. A parlare è Susanna Camusso, segretario della Cgil, intervistata dalla Repubblica sul tema del contratto di lavoro dell’auto e sui piani della Fiat per l’Italia.

Secondo il neosegretario, Marchionne dovrebbe tenere conto del fatto che è  ”il patrimonio costruito nel tempo che gli può permettere di giocare nel mondo. Quel patrimonio – prosegue – è stato largamente svalorizzato negli ultimi anni. La Fiat dovrebbe confrontarsi con la Volkswagen che oggi è in grado di investire 44 miliardi di euro e programmare 50mila assunzioni”.

”Se poi Marchionne – argomenta Susanna Camusso con Repubblica – con le sue critiche intende porre il problema della mancanza di una politica per l’auto da parte di questo governo, ha ragione da vendere”. Ma questo nonè un buon motivo, aggiunge, ”per scaricare tutto sui lavoratori e far saltare il sistema delle garanzie per i lavoratori stessi”.

Quanto ai piani annunciati dalla Fiat, Camusso rileva che per il momento ci sono i 700 milioni di euro per Pomigliano e un miliardo per Mirafiori, ”continuiamo a non vedere il piano ‘Fabbrica Italia’. E’ un piano che per ora non esiste. Ha ragione il segretario della Cisl, Bonanni: prima gli investimenti e poi le ricadute sul lavoro”.

Quanto al ruolo di Confindustria, secondo il leader della Cgil, in questo momento è quello della vittima da un lato, ”perché la mossa di Marchionne – dice Camusso – indebolisce il sistema di rappresentanza della Confindustria”; ma è anche ‘complice’, perchè questa situazione ”non è altro che la conseguenza della destrutturazione delle regole avviata con l’accordo separato sul modello contrattuale”.

Infine, secondo la Camusso spetta proprio alla Confindustria ”chiamare al tavolo i sindacati per scrivere, eventualmente, il nuovo contratto per l’auto”, ma ”prima si deve stabilire cos’è  il contratto dell’auto. Se è’ un nuovo contratto nazionale, serve una discussione aperta, non predeterminata”. Il rischio, altrimenti, è una ”balcanizzazione del sistema contrattuale”.

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