Fiat-Chrysler pronta a farsi una banca tutta sua con Crédit Agricole

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2014 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Fiat-Chrysler pronta a farsi una banca tutta sua con Crédit Agricole

Fiat-Chrysler pronta a farsi una banca tutta sua con Crédit Agricole

ROMA – Fiat-Chrysler pronta a farsi una banca tutta sua con Crédit Agricole. Fga, la finanziaria partecipata al 50% da Fiat-Chrysler e la banca francese Crédit Agricole, ha fatto domanda alla Banca d’Italia per ottenere la licenza bancaria. Lo rivela Il Sole 24 Ore, secondo il quale la richiesta è stata fatta qualche settimana fa e dovrà aspettare tempi lunghi perché passi il vaglio della Vigilanza della banca centrale. Il motivo è chiaro: non essendo Fga una banca (come invece possiedono già i concorrenti storici come Peugeot, Renault e Volkswagen) non era presente nella lista che ammetteva ai finanziamenti Bce a tassi minimi.

Cioè non poteva accedere ai prestiti triennali detti Ltro con tasso all’1%. Un tasso estremamente vantaggioso sul piano finanziario e che ha consentito indubbie ricadute sul piano industriale come le campagne commerciali aggressive in tempi di domanda scarsissima. Per dire, Volkswagen, attraverso Volkswagen Bank, ha potuto contare su un miliardo di capitalizzazione a tasso dell’1% solo per la seconda iniezione di liquidi della Bce (i soldi sono stati già restituiti all’Eurotower) che gli ha consentito sconti e modalità d’acquisto più allettanti per i clienti.

La joint-venture, avviata nell’estate 2006, di fatto rappresenta un unicum in Europa, visto che si tratta della sola partnership tra una casa automobilistica e una banca, per di più di un altro paese, un matrimonio d’interessi in cui si prevede che gli uni portino in dote le auto e la rete di vendita, gli altri le capacità di funding con relativo rating. Nata con l’acquisto da parte del Crédit Agricole del 51% della vecchia Fidis che faceva capo alle quattro banche protagoniste del convertendo (UniCredit, Sanpaolo-Imi, Intesa e Capitalia), da allora è controllata al 50% dai francesi e dal Lingotto, un assetto perfettamente paritario che consente a entrambi di non consolidarne il debito. (Marco Ferrando, Il Sole 24 Ore)