Fiat verso l’uscita da Confindustria. Fra i sindacati solo la Fiom dice no

Sergio Marchionne ed Emma Marcegaglia

La Fiom resta sola tra i sindacati a dire no all’uscita temporanea della Fiat da Confindustria, in attesa di un contratto dell’auto, concordata dall’ad, Sergio Marchionne, con la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, a New York. E l’amministratore delegato del Lingotto replica: ”Fanno dichiarazioni all’impazzata. La loro intransigenza andrà a bloccare lo sviluppo del Paese”.

”Sono stati i lavoratori a dire no, nelle assemblee a Mirafiori, a un accordo modello Pomigliano e all’uscita della nuova società dal contratto nazionale”, osserva Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, secondo il quale ”siamo alla crisi conclamata dell’associazione degli imprenditori e del sindacalismo che pensava alla riduzione del danno”.

”Le capovolte della presidente di Confindustria – afferma il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini – servono nei fatti a coprire la volontàdella Fiat di far diventare gli stabilimenti italiani quelli in cui si delocalizzano le produzioni e si cancellano i diritti”.

Per Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale Fiom, ”quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare anche gli industriali”.

Diversa l’opinione di Fim e Uilm, che nelle assemblee tenute nello stabilimento torinese colgono la preoccupazione dei lavoratori e la loro richiesta di un accordo. ”Siamo pronti a gestire una fase che preveda l’uscita temporanea da Confindustria purché poi ci sia un rientro nel sistema”, afferma Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim.

”Per superare questa dannosa fase di stallo – spiega il numero uno della Uilm, Rocco Palombella – confermiamo la nostra piena disponibilità ad avviare un confronto con Federmeccanica”.

Il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, invita a non perdere tempo prezioso e a non dare alibi alla Fiat, mentre il segretario generale del sindacato autonomo Fismic, Roberto Di Maulo, è soddisfatto della conferma della joint-venture con Chrysler per Mirafiori. ”Non c’è più tempo per ambiguità, distinguo e incertezze. E’ arrivato per tutti il momento della responsabilità”, dichiara l’associazione Quadri e Capi Fiat.

Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ”in una scala di priorità, il primo punto è l’investimento ed il secondo definire quali criteri occorrono per mettere al sicuro l’investimento. A quel punto Marchionne può dare la sua opinione, noi la nostra”.

Il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha convocato per martedì 21 il tavolo di confronto sulla riconversione industriale del sito di Termini Imerese. La Fiat investe intanto in Brasile dove realizzerà la nuova fabbrica, in Pernambuco, per produrre auto popolari, grazie agli incentivi fiscali previsti per la regione Nordest dal governo di Luiz Inacio Lula da Silva.

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