Nessuna firma “tecnica: sull’accordo di Mirafiori il leader della Fiom, Maurizio Landini, non cambia opinione in vista del referendum, ma si dice disponibile ”a riaprire le trattative per riconquistare un contratto nazionale degno di questo nome”.
Landini ha parlato durante la trasmissione di Rai 3 ‘In 1/2h’, in un confronto-scontro con il vice presidente di Confindustria e membro del Cda di Fiat Industrial, Alberto Bombassei.
”Ci deve essere pari dignità tra lavoro e imprese – ha aggiunto Landini – votare sì all’accordo di Mirafiori è come se si dicesse ai cittadini di Torino di uscire dall’Italia in tempi in cui si celebrano invece i 150 dell’Unità. E’ il contratto nazionale che fa l’unita’ del Paese”.
”Trovo singolare che in Italia si vota sul referendum solo quando Marchionne lo chiede sotto ricatto”, ha dettoancora Landini, ribadendo che la Fiom non dà indicazioni di voto sul referendum, perché non intende ”scaricare su 5.300 persone quello che sta succedendo”. Il sindacato, ha sottolineato Landini, sara’ comunque ”loro vicino qualunque sia l’esito”.
”C’è uno statuto anche per la Camusso, che impedisce di firmare accordi del genere”, ha detto il leader Fiom rispondendo su un eventuale invito del segretario nazionale Cgil nell’incontro di oggi, 9 gennaio, a sottoscrivere una firma tecnica sull’accordo di Mirafiori.
”Un accordo così la Fiom non lo firma – ribadisce Landini – il problema vero di questo accordo è che si propone un modello di competitività che non garantisce lavoro nel futuro”.
Durante la trasmissione il vicepresidente Confindustria, Alberto Bombassei, ospite in studio alla Rai con Landini, aveva invece osservato che ”oggi garantire posti di lavoro è il bene più importante che ci sia. Le condizioni previste dall’accordo di Mirafiori sono quelle applicata nella stragrande maggioranza degli stabilimenti di produzione auto nel mondo. La competizione è globale, dobbiamo avere le stesse regole”.
[gmap]