Fiat, modelli sempre nuovi, saloni sempre più deserti

Pubblicato il 24 Settembre 2011 - 16:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La crisi della Fiat oltre i crolli in borsa e la cassa integrazione degli operai si vede negli autosaloni. Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano racconta come i rivenditori del Lingotti siano deserti.

Se tutte le vendite delle automobili stanno attraversando un periodo non proprio felice, il marchio di Torino è davvero al palo. Colpa anche, sostiene Tecce, della velocità con cui la Fiat lancia sul mercato sempre nuovi modelli, rendendo così obsoleti i precedenti.

La Punto è un chiaro esempio di questa abitudine: prima la Punto del 1997, poi la rivisitazione del 1999, quindi la Grande Punto del 2005 e poi la Punto Evo del 2009.

Nei primi otto mesi del 2010, ricorda Tecce, Fiat immatricolava 327.637 automobili. Nel 2011 si è fermata a quota 254.827, perdendo il 22,22 per cento.

Se poi si considerano i dati sulle immatricolazioni dal 2007, a tre anni dall’insediamento di Sergio Marchionne in qualità di amministratore delegato, si vede che sono 603.461, mentre nel 2010 il dato perde 153mila unità.

La quota di mercato dell’azienda di Torino è solo il 23 per cento, contro il 70 per cento dei concorrenti esteri. Come scrive Tecce, “La sostanza di un elenco di cifre è il concessionario Fiat. Un posto luminoso eppure cupo, facoltoso eppure tirchio: entri, guardi, saluti. La sigaretta è fra le mani, l’accendino nel taschino. È così disperato che propone sconti speciali. Freme, poi s’arrende”.