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Fiat, Marchionne: “Faremmo meglio senza l’Italia”

di Maria Elena Perrero |24 Ottobre 2010 19:40

Sergio Marchionne

“Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia”. E’ quanto ha detto l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne ospite della trasmissione ‘Che tempo che fa’, condotta da Fabio Fazio.

Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo previsto per il 2010 – ha concluso – arriva dall’Italia. Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre”.

‘Qualsiasi debito verso lo Stato è stato ripagato in Italia, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria”. Riguardo all’Italia ha invece indicato che è ”noi non abbiamo chiesto finanziamenti come invece hanno fatto i tedeschi e i francesi, e gli incentivi sono soldi che vanno ai consumatori, e aiutano noi indirettamente perche’ in Italia sette auto su dieci sono straniere”.

Riguardo il destino di Pomigliano ha detto: ”Se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo, credo, un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la Camorra è molto attiva”.

”La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i Paesi vicini a noi, in cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti a livello dei nostri Paesi vicini”, ha detto Marchionne parlando delle proposte discusse con i sindacati per le fabbriche italiane del gruppo. ”Il salario cambierà – ha aggiunto – se cambierà il sistema di produzione in Italia, può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio ai dipendenti”.

Il Paese si trova ”al 118esimo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48esimo posto per la competitività del sistema industriale”. ”Siamo fuori dall’Europa e dai Paesi a noi vicini – ha proseguito Marchionne – e il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni”. ”Negli ultimi 10 anni – ha sentenziato – l’Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, ma non è colpa dei lavoratori”.

Infine, una battuta: “Io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori”.

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