Fiat, Marchionne: “Su Pomigliano è stato fatto un passo in avanti”

Sergio Marchionne

L’ad di Fiat Sergio Marchionne si dice “abbastanza” contento dell’adesione della maggior parte delle sigle sindacali ad una possibile intesa con l’azienda sullo stabilimento di Pomigliano.

E’ stato fatto “un passo avanti, poi bisognerà chiudere”, ha detto a Venezia a margine del workshop del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti. “Si sarebbe creato un grandissimo problema se ieri sera finiva male. Sia per loro che per noi”.

Per Marchionne comunque uno stabilimento come quello di Pomigliano può funzionare “massimizzando la prodduttività e facendoli lavorare come orologi svizzeri”

“Ci stiamo giocando la vita di 5.000 persone. Queste sigle cercano di rappresentare la collettività dei lavoratori”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne parlando a Venezia. “E’ un’esperienza straordinariamente unica – ha commentato -, con quante entità bisogna trovare l’accordo per dare lavoro a 5.000 persone?”.

“Non succede in nessuna altra parte al mondo, ve lo assicuro. Nessun altro trasferirebbe dall’estero la produzione nel Paese” dice Marchionne spiegando che in una situazione in cui si dà lavoro risulta paradossale anche dovere convincere per farlo. E’ ottimista sul risultato della prossima consultazione con i lavoratori? “Se i lavoratori non vogliono l’investimento basta che ce lo dicano”.

“Tutti dicono quello che dovrebbe fare la Fiat. E’ come la Nazionale, tutti sanno che cosa dovrebbe fare”. Così l’ad di Fiat Sergio Marchionne, scherza paragonando la Fiat alla Nazionale di cui, la maggioranza degli italiani, si sente un po’ commissario tecnico.

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