Fiat, Marchionne frena sugli Usa: “Affronteremo la questione nel 2014”

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA

Sergio Marchionne

ROMA – ”Sulla governance e sul quartiere generale nessuna decisione è stata presa. Il tema non sarà affrontato prima del 2014”. Il chiarimento è dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne che, a pochi giorni dall’incontro a Palazzo Chigi, parla di ”reazioni esagerate in Italia”.

In serata il ministro per lo sviluppo economico, Paolo Romani, avverte che è ora che il Lingotto sveli le strategie per l’Italia. ”E’ arrivato il momento che Fiat ci dica quali sono le strategie industriali nel nostro paese”, dice Romani ospite di Porta a Porta, assicurando il proprio impegno perché la casa torinese resti italiana. ”Ritengo – prosegue il ministro – che il nostro debba essere un grande paese manifatturiero, che l’automotive che rappresenta il 10% del Pil sia un comparto fondamentale e giuro che farò qualsiasi cosa perché Fiat stia in Italia, investa in Italia a produca in Italia”.

”Abbiamo le basi per un grande futuro della Chrysler”, aveva detto Marchionne per il quale la priorità è rinegoziare i prestiti con i governi americano e canadese, obiettivo che può essere raggiunto entro l’anno.

”E’ una sindrome italiana. Prima si dichiara, poi si smentisce”, commenta la leader della Cgil, Susanna Camusso. ”Forse più che preoccuparsi degli eccessi di reazione in Italia ai suoi annunci – osserva Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom – Marchionne dovrebbe contenere le sue esternazioni americane o più semplicemente chiarire una volta per tutte il piano Fabbrica Italia a un tavolo negoziale, presenti tutti i soggetti”.

Le dichiarazioni di Marchionne sono invece positive per il capogruppo Pd in commissione Lavoro Cesare Damiano ”perché in questo momento c’è bisogno di serenità e di certezze, non di uscite improvvisate”. ”La Fiom – spiega il segretario generale, Maurizio Landini – non si aspetta granché dall’incontro di sabato con il governo, perché arriva quando i cavalli sono già scappati. Quello che dovrebbe avvenire è la riapertura di una vera trattativa”.

Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ”non c’è alcuna perplessità di Cisl e Uil” sull’appuntamento di sabato a Palazzo Chigi. Gli dà ragione il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, per il quale ”fa bene il governo, anche se in ritardo, a chiedere garanzie a Marchionne, noi – aggiunge – abbiamo già fatto la nostra parte impegnando l’azienda ad investire in Italia”.

La Commissione Europea apre, intanto, un’inchiesta formale sugli aiuti che la Polonia intende accordare al gruppo Fiat per la produzione, nella regione della Slesia, di una nuova generazione di motori a benzina. Il sospetto dell’antitrust Ue è che questi aiuti possano essere contrari alle regole europee sugli aiuti di Stato, dunque dannosi per la concorrenza.

A Torino è stato raggiunto in Regione, senza la firma della Fiom, l’accordo sulla cassa integrazione straordinaria alle Carrozzerie di Mirafiori, che scatterà il 14 febbraio e interesserà per un anno gli oltre 5mila dipendenti. Ha invece aderito solo la Fismic all’intesa alla Sevel per 21 sabati straordinari dal 19 febbraio al 28 maggio prossimo per l’incremento produttivo dei furgoni Ducato. L’accordo con gli altri, che prevedeva assunzioni di giovani, è saltato sul finale perché l’azienda ha chiesto una clausola sugli scioperi come a Mirafiori e Pomigliano.