Fiat, le ragioni del sì e del no al referendum di Mirafiori

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 17:40 OLTRE 6 MESI FA

Poco più di una settimana per spiegare ai lavoratori i contenuti dell’accordo per lo stabilimento di Mirafiori: per i sostenitori delle ragioni del sì (Fim, Uilm, Ugl e Fismic) e del no (Fiom e Cobas) all’intesa per il rilancio dell’impianto si preparano giorni molto impegnativi in vista del referendum fissato per il 14 gennaio.

Di fatto la discussione con i lavoratori si concentrerà in circa quattro giorni, visto che solo lunedì 10 gennaio tutti i dipendenti rientreranno al lavoro dopo le ferie e la cassa integrazione.

Nel complesso i sindacati che hanno detto sì all’accordo hanno a Mirafiori oltre il 70% dei consensi (nei voti di circa un anno fa per le Rsu hanno avuto il 25,5% la Fim, il 13,1% la Uilm, il 19,1% la Fismic e il 13,1% l’Ugl), mentre i contrari hanno il 29,2% (il 22,2% la Fiom, il 7% i Cobas).

Il referendum è stato definito ”illegittimo” dalla Fiom poiché l’accordo mette in discussione ”diritti indisponibili alla negoziazione tra le parti”, a partire dalla scelta della propria rappresentanza sindacale con il voto. Il sindacato comunque non chiederà di non andare a votare per ”evitare ritorsioni” da parte della Fiat.

Ecco, in sintesi, le ragioni per il sì e il no all’accordo che rischia di ”spaccare” lo stabilimento piemontese.

Le ragioni del sì.

Investimenti:  l’intesa assicura un futuro allo stabilimento torinese, con investimenti per oltre un miliardo di euro e l’arrivo di nuovi modelli, per un totale di produzione a regime per la joint venture Fiat-Chrysler di 280.000 vetture l’anno (con la possibilità di piena occupazione per gli addetti attuali e nuove assunzioni).

Più soldi in busta paga: con l’aumento dei turni settimanali (dai 10 attuali a 17 a regime), e lo scattare di maggiorazioni legate ai turni soprattutto notturni, la busta paga crescerà di circa 3.500 euro lordi l’anno. Le pause si ridurranno di 10 minuti al giorno con una compensazione monetaria di 32,50 euro al mese.

Diritti: non sarebbe in discussione il diritto di sciopero del singolo lavoratore. E’ prevista una clausola di responsabilità per i sindacati firmatari in particolare sulle 120 ore di straordinario annuale per cui, in caso di violazione dell’accordo, si attivavano sanzioni in materia di contributi e di permessi per l’organizzazione che lo ha violato.

Le ragioni del no.

Orari e turni: l’intesa peggiora le condizioni di lavoro aumentando i turni settimanali, riducendo le pause e aumentando il monte ore di straordinari obbligatori (da 40 a 120 ore l’anno).

Mensa: al momento resta fissata durante il turno, ma quando lo stabilimento andrà a regime potrebbe essere trattato lo spostamento a fine turno.

Malattia: l’accordo introduce sanzioni sui periodi di assenze brevi per malattia ripetuti e a ridosso delle feste, con il mancato pagamento del primo giorno di assenza.

Rappresentanza sindacale: l’accordo, secondo la Fiom, riduce le libertà perché i lavoratori firmano un contratto individuale di assunzione per la Newco e a quel punto le richieste dell’azienda e i tempi di lavoro non sono più contestabili.

Diritti: se la Fiom non firma l’accordo i lavoratori iscritti all’organizzazione non potranno più eleggere i propri rappresentanti in fabbrica.

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